28 ottobre 2014 – Il nome di Jean Tirole è ormai ben noto: il professore di Tolosa è stato recentemente insignito del Nobel 2014 per l’economia per i suoi studi sugli oligopoli e le analisi sulle forze di mercato.

«I suoi studi hanno reso più chiari i meccanismi e le regole con cui hanno a che fare le industrie nei mercati con poche potenti società, come le multinazionali», ha spiegato l’Accademia reale delle scienze svedese nell’annunciare il vincitore del Nobel che viene assegnata dalla Banca centrale svedese (la Riksbank).

Quello che in molti però potrebbero non sapere è che Tirole, definito dall’Accademia uno dei «più influenti economisti del nostro tempo», è legato alle tematiche Csr più di quanto si possa pensare fermandosi ai titoli dei suoi principali lavori che si sono concentrati sui temi dell’economia industriale, della micro e macroeconomia, della teoria dei giochi, della teoria bancaria e finanziaria. Tirole ha pubblicando 180 articoli e diversi libri, tra cui The Theory of Industrial Organization, Game Theory (con Drew Fudenberg), A Theory of Incentives in Procurement and Regulation (con Jean-Jacques Laffont), The Prudential Regulation of Banks (con Mathias Dewatripont).

Tuttavia, a prescindere dal suo lavoro sui temi della concorrenza, Tirole ha speso le sue capacità intellettuali anche su alcune delle sfide più critiche del mondo Esg. «Qualcuno di voi potrebbe averlo incontrato alla Conferenza dello scorso anno del Pri a Parigi», ha fatto notare in un articolo su Csrwire il ceo di Sustainalytics Michael Jantzi.

Per esempio, nel lavoro Some political economy of global warming Tirole ha sostenuto la necessità di avviare negoziazioni sul cambiamento climatico e di analizzare le implicazioni strategiche di un ritardo. La primavera passata, nel working paper Bonus Culture: Competitive Pay, Screening and Multitasking (IDEI Working Paper, Number 756, May 2014) l’economista si è focalizzato sull’impatto della concorrenza del mercato del lavoro sulle strutture di remunerazione. Ha dimostrato che mercati del lavoro altamente competitivi rendono difficile per i dipendenti raggiungere un giusto equilibrio tra i benefici e i costi degli schemi della remunerazione variabile, il che può portare a una cultura del bonus che prende il controllo del posto di lavoro, generando decisioni distorte e significative perdite di efficienza, soprattutto nel lungo termine. «E’ importante notare – dice Jantzi – che Tirole ha anche portato il punto di vista di un economista su temi più filosofici, come si nota nel suo articolo del 2009 Individual and Corporate Social Responsibility in cui discute sia dal punto di vista delle imprese sia degli individui su quali siano i benefici, i costi e i limiti di un comportamento socialmente responsabile come mezzo per promuovere obiettivi sociali. (Economica, Volume 77, Number 305)».

Elena Bonanni

A cura di ETicaNews