23 aprile 2013 – Novecento persone accreditate, 450 in collegamento streaming: sono questi i numeri della manifestazione Torino Crowdfunding. Segnali forti che parlano di un fenomeno, quello del finanziamento collettivo, che in Italia sta assumendo sempre maggiore importanza. Molti gli argomenti affrontati durante l’evento, che ha avuto luogo lo scorso 12 aprile. Tra i più importanti il dibattito che si è sviluppato riguardo alla bozza del regolamento stilata da Consob lo scorso 29 marzo, finalizzata a normare l’equity-crowdfunding.

«Nel dialogo sono emerse le due grandi posizioni che caratterizzano il mondo dell’equity-crowdfunding: da una parte c’è chi sostiene una regolamentazione che faciliti gli investimenti affidando ai sistemi distribuiti tipici della rete e alla trasparenza dell’informazione la loro tutela, dall’altra chi immagina una normativa più rigida e tradizionale basata su meccanismi di controllo e di mediazione esterni» ha commentato Carlo Boccazzi Varrotto, del Comitato organizzatore. C’è infatti chi vorrebbe una normativa più leggera, più consona alla fluidità della rete e ai suoi meccanismi partecipativi. Dall’altra parte c’è chi opta per una normativa più tradizionale, a maggior tutela degli investitori. «L’Equity-crowdfunding – aggiunge l’economista, Dario Peirone, tra gli organizzatori dell’iniziativa – risponde ad un’esigenza delle start up innovative i cui contenuti sono talvolta più appetibili per le comunity digitali, che per il sistema tradizionale del credito. Tutti: istituzioni, startup e piattaforme hanno convenuto sulle enormi potenzialità che il crowdfunding potrebbe avere in futuro anche per le attività più tradizionali».

La discussione sulla regolamentazione ha impegnato la mattinata e ha visto a confronto Stefano Firpo, del Ministero dello sviluppo economico, Toni Marcelli, rappresentante della Consob, ma anche i rappresentanti di numerose piattaforme come Shinynote, Starteed, SiamoSoci, Presentiamoci e Unica Sim. Proprio queste piattaforme hanno trovato spazio nel pomeriggio presentando le diverse tipologie di Crowdfunding e alcuni esempi di Crowdfunding made in Italy.

Ne è emerso un panorama proattivo e vivace, che già conta, nella realtà italiana, 21 piattaforme di Crowdfunding. «I progetti ricevuti complessivamente da tutte le piattaforme dal momento del loro lancio sono più di 30.000» si legge nella relazione introduttiva di Daniela Castrataro (twintangibles & crowdfuture) e Ivana Pais (Università Cattolica), per un valore complessivo di 13 milioni di euro. Nel frattempo l’Italia, proprio grazie a questa normativa, potrebbe diventare la prima nazione Europea a dotarsi di una regolamentazione in materia. Ma nonostante ciò il mercato, secondo la relazione, rimane ancora “immaturo”, soprattutto per la mancanza di conoscenza del fenomeno da parte della folla.

Una vitalità, perciò, ancora di nicchia ma che potrebbe, a poco a poco, diventare contagiosa. Lo ha dimostrato il grande successo dell’evento Torinese. Un convegno fitto, che ha suscitato ampio interesse e che potrebbe essere riproposto in futuro. Una partecipazione che è arrivata anche dalla rete, con numerose domande poste dagli utenti che seguivano lo svolgersi della conferenza tramite Facebook e Twitter.

Per i non addetti ai lavori, il crowdfunding è una pratica di finanziamento popolare 2.0 finalizzata a sostenere economicamente il progetto che l’utente preferisce. Ne esistono diverse forme: il modello “donation based” che non richiede alcuna ricompensa tangibile per l’investimento compiuto, il “reward-based” che prevede una ricompensa in cambio della donazione, il “crowd-lending” che definisce un investimento da parte dei privati cittadini a un ente e infine l’”equity-based” che permette la raccolta di capitali per start-up innovative. Proprio su quest’ultimo modello di finanziamento si concentra, principalmente, la normativa sviluppata dalla Consob.

Il convegno, organizzato dal Dipartimento di Economia e Statistica “Cognetti de Martiis” dell’università di Torino e dalla Fondazione istituto tecnico superiore per l’Ict della Regione Piemonte, è stato realizzato in collaborazione con l’Icn – Italian Crowdfunding Network. Proprio questa occasione è stata utilizzata per battezzare l’associazione che si prefigge di: «consentire un corretto sviluppo del crowdfunding in Italia – si legge nel sito – promuovendo la Cultura sul fenomeno e il Networking fra i professionisti del settore, favorendo così Innovazione, competitività e sostenibilità del mercato».

Elisabetta Baronio

 

A cura di ETicaNews