17 settembre 2013 – La finanza mondiale spinge sul green. L’annuncio dell’emissione dei Green bond da parte della Banca Mondiale arriva all’indomani di una ricerca che ha analizzato il comportamento degli investitori rispetto al problema del cambiamento climatico. Lo studio, redatto dall’European Institutional Investors Group on Climate Change (Iigcc), e dai corrispettivi nordamericani (North American Investor Network on Climate Risk), australiani (Australia/New Zealand Investor Group on Climate Change) e asiatici (Asia Investor Group on Climate Change), conferma il grande l’interesse degli investitori in questo ambito. La ricerca, si legge in una nota divulgata dai networks, mostra come la maggioranza degli investitori percepisca i cambiamenti climatici come un rischio concreto. Per questo, nell’ultimo periodo, hanno confermato, e in molti casi aumentato, il loro commitment per affrontare questo problema, soprattutto nel loro portafoglio di investimenti.

Lo studio, condotto su 37 asset-owner e 47 asset manager, che gestiscono beni per un totale di ben 14mila miliardi, ha portato alla luce un dato interessante: il 53% degli asset manager ha scelto di disinvestire o di non investire in attività che favoriscono il cambiamento climatico. Allo stesso tempo il 69% degli asset owner (il 26% in più rispetto all’anno scorso) afferma che questo dato influenza le loro decisioni di investimento. E ancora l’83% di questi ultimi prima di investire analizza l’impegno con cui gli asset manager integrino il problema del cambiamento climatico all’interno dei processi di investimento.

«Il report di quest’anno fornisce dati estremamente incoraggianti. Nonostante le sfide economiche siano le più svariate, il problema del cambiamento climatico è percepito come un rischio tangibile dagli investitori, e le loro valutazioni riguardo all’impatto sul clima influenzano le loro scelte d’investimento», afferma Stephanie Pfiefer, amministratore delegato dell’European Institutional Investors Group on Climate Change. «Nonostante ciò, gli investitori devono affrontare ancora molte difficoltà, non da ultima l’incertezza sulle policy riguardanti la tematica e ciò rende più difficolto valutare sul lungo periodo i rischi climatici. Mentre policy chiare aiuterebbero gli investitori a meglio misurare questo rischio. Il report mostra come quest’ultimi siano stati in grado di fare progressi anche in loro assenza e questo trend dovrebbe continuare», ha concluso la Pfiefer.

 

A cura di ETicaNews