6 maggio 2013 – I fondi pensione dei dipendenti di Banca Monte dei Paschi mettono sotto osservazione il Monte dei Paschi. Con la prospettiva che, se entro 6-12 mesi, l’istituto di Rocca Salimbeni non uscirà “pulito” dalla fase di monitoraggio in termini di criteri di responsabilità sociale (Sri), gli enti previdenziali interni inizieranno la dismissione delle azioni e delle obbligazioni in portafoglio.

La notizia è stata pubblicata sul blog Previtenda da Walter Bottoni, oltre vent’anni di sindacato in Mps sulle spalle, nonché vice presidente della cassa di previdenza del personale della Banca Mps e consigliere di amministrazione del Fondo Post ’91 dei dipendenti della stessa, già intervistato a febbraio da ETicaNews dopo gli attacchi ricevuti dai media per presunti “buchi” nei conti e conflitti di interesse tra previdenza interna e investimenti nei titoli della banca.

Sul blog emerge che, nell’ultima settimana di aprile, le due realtà pensionistiche interne hanno approvato i rispettivi bilanci 2012 (certificati da Kpmg): la Cassa di Previdenza aziendale ha registrato una «redditività patrimoniale lorda complessiva delle gestioni diretta, indiretta e amministrata di 101,2 milioni, pari al 9,95% del patrimonio medio investito nell’anno»; il Fondo Post ’91 ha ottenuto un «risultato della gestione finanziaria indiretta, al lordo dell’imposta sostitutiva, di 93,4 milioni di euro, pari a una redditività media del 9,96%».

Risultati soddisfacenti, sebbene la media risulti inferiore alla doppia cifra, in quanto ponderata per le linee garantite e prudenziali, i cui rendimenti sono di norma piuttosto bassi. Tuttavia, nei portafogli della Cassa e del Fondo dorme ancora un pacchetto di azioni Mps su cui pesano le violente svalutazioni degli ultimi mesi. «I dati odierni – si legge nel blog – sono i seguenti: Cpa € 7,2 milioni ad un prezzo medio ponderato storico pari a 0,5404 e per il Fondo Post ’91 € 4,7 milioni al prezzo medio ponderato storico pari a 0,67». Considerando che il titolo della banca senese gira adesso attorno agli 0,2 euro, la teorica minusvalenza attuale è ampiamente superiore al 50% dei valori in carico.

Il blog passa poi all’analisi qualitativa, ossia fornisce indicazioni sulla stretta ai criteri Esg (environmental, social e governance) di selezione degli investimenti. Gli enti previdenziali di Montepaschi dichiarano di non avere alcuna connessione con le industrie di armi, ma, soprattutto, di avere introdotto una griglia di valutazione anche in merito a controversie gravi quali:

  • violazioni dei diritti umani
  • violazione dei diritti dei lavoratori
  • gravi danni all’ambiente
  • corruzione ed etica del business.

Per i titoli che vengono coinvolti in questo genere di controversie scatta una «fase di monitoraggio di 6-12 mesi per verificarne l’evoluzione e l’adozione di eventuali misure correttive. Qualora le società coinvolte al termine del periodo di osservazione non abbiano adottato misure idonee e le relazioni con gli stakeholders risultino ancora deteriorate si procederà a ridurre la posizione del titolo sottopesandola rispetto al benchmark di riferimento».

Ebbene, si legge nel blog, la griglia nera dei fondi Mps ha già comportato l’avvio della fase di dismissione per:

  • Chevron
  • Fiat Industrial
  • Freeport- Mcmoran Copper
  • Nestlè
  • Rio Tinto
  • Total
  • United Healt G. Inc.
  • Wal-Mart

Mentre rimangono sotto osservazione i titoli:

  • Apple
  • British American Tobacco
  • Citigroup
  • Enel Ord. Ragg
  • Eni
  • Halliburton Co.
  • Johonson & Johonson
  • Jpmorgan Chase & Co
  • Monsanto
  • News Corp
  • Philip Morris Int.
  • Unilever

Ebbene, a questa lista si aggiungono adesso una serie di new entry tra le quali spicca, appunto, la capogruppo dei fondi, Banca Monte dei Paschi di Siena (oltre a un’altra italiana: Saipem).

In particolare, l’ulteriore paniere sotto osservazione è composto da:

  • Anglo American
  • Deutsche Bank
  • Exxon Mobil
  • Hsbc
  • Monte dei Paschi
  • Pfizer
  • Saipem
  • Standard Chartered
  • Ubs
  • Xstrata

Per la banca senese, si legge nel blog, «le problematiche sono relative all’area Audit & Controllo interno per le note operazioni sul derivato Alexandria». Nel caso le problematiche persistessero, la fase di dismissione riguarderebbe, oltre ai valori azionari, anche un pacchetto di obbligazioni riconducibili all’emittente Monte dei Paschi per circa 42 milioni di euro.

 

A cura di ETicaNews