30 ottobre 2012 – «Il quadro normativo previsto dal Testo Unico Bancario deve diventare effettivo quanto prima: occorre chiarezza e certezza per chi vuol operare professionalmente nel settore». L’appello è stato lanciato al convegno del 22 ottobre a Roma, organizzato presso la Provincia e promosso dalla Rete Italiana di Microfinanza–Ritmi e Fondazione Pangea Onlus. La necessità di una regolamentazione è evidente anche perché, come emerso dall’incontro, c’è un impegno già concreto e rilevante da parte del mondo creditizio italiano (per un quadro estero vedi articolo Microfinanza, è già cosa di banche): una trentina di fondazioni bancarie e 250 banche di credito cooperativo già si sono spinte nel campo della microfinanza. Perciò, la richiesta, a Governo e Parlamento, è quella di presentare le norme attuative della precedente riforma del Testo unico bancario, promesse più volte (ancora in agosto dal ministro Vittorio Grilli), ma che ancora latitano (a cominciare dal registro degli enti autorizzati), se non addirittura di andare oltre. Ossia di «intraprendere subito – ha sottolineato Giampietro Pizzo, presidente di Ritmi – l’iter legislativo necessario per il progetto di legge presentato a fine giugno 2012» con il quale si punta a dare una regolazione complessiva, capace di incentivare anche l’offerta.

Il convegno di Roma, del resto, ha visto la partecipazione di importanti rappresentanti della finanza tradizionale: l’Acri, il Fondo europei per gli investimenti (Fei) e la Federazione delle Bcc-Cra (Federcasse). Accanto ai quali hanno portato testimonianza The Hub di Roma e l’European Microfinance Network. Tutti gli interventi hanno concordato sull’idea che il microcredito possa rappresentare una risposta alla crisi, ma che esso sia uno strumento valido solo nell’ambito di un quadro normativo favorevole e con la partecipazione fattiva di attori privati e pubblici che uniscano i propri sforzi per creare reti territoriali dense e innovative.

In particolare, nel corso del convegno la commissione per il microcredito dell’Acri ha parlato di un’indagine tra le 88 Fondazioni di Origine Bancaria dalla quale è risultato che una trentina di esse è già coinvolta direttamente o indirettamente in attività di microfinanza.

Il Fondo europeo per gli investimenti ha sottolineato l’impegno dell’Unione Europea nel settore e ha illustrato i programmi oggi attivi – Progress, Jeremie e Jasmine – che, con modalità diverse, stanno avviando progetti anche in Italia.

Federcasse ha segnalato che, delle circa 400 Banche di Credito Cooperativo, 250 promuovono iniziative di microcredito. Inoltre, ha annunciato l’avvio una nuova iniziativa dedicata alla promozione dell’imprenditoria giovanile.

 

A cura di ETicaNews