29 ottobre 2012 – Città intelligenti non solo perché tecnologiche, ma perché basate su un modello innovativo che possa servire da riferimento per lo sviluppo, considerata la crisi che sta vivendo il modello finora seguito. Ma nel percorso verso la dimensione di smart cities – un tema all’ordine del giorno, sul quale sia la Commissione europea sia l’attuale Governo sono particolarmente impegnati – qualche realtà territoriale è già più avanti di altre. Lo sono, per esempio, Bologna, Parma, Trento, Firenze o Milano, mentre a partire svantaggiate risultano, per la verità non a sorpresa, le realtà del Mezzogiorno. È questo in sintesi quanto emerge da “ICity Rate”, la classifica delle città intelligenti italiane realizzata da Forum Pa: la ricerca viene presentata oggi in occasione della prima edizione di Smart city exhibition, manifestazione dedicata all’innovazione urbana, nata dalla collaborazione tra Forum Pa e BolognaFiera.

«L’idea di città intelligente alla quale si vuole mirare a partire da questo rating è quella di una città inclusiva e competitiva, dove i soggetti destinatari degli interventi – spiega Gianni Dominici, direttore di Forum Pa e curatore della ricerca – siano coinvolti e non confinati al ruolo di utenti. La pubblica amministrazione deve agire insieme a università, mondo delle imprese, non profit e cittadini. Il concetto di una gestione separata della progettazione, della gestione e della fruizione finale del servizio da parte dell’utente può essere superato attraverso una sorta di “codesign” del servizio stesso». È chiaro che in quest’ottica di coinvolgimento, la tecnologia rappresenta uno strumento abilitante per l’ideazione del stanno diffondendo i “contest”, progetto stesso. «Se l’obiettivo è il coinvolgimento – continua Dominici -, le reti sono fondamentali: si pensi, per esempio, a quanto si programmi aperti alle proposte e ai pareri di vari soggetti, cittadini, imprese o associazioni. Un altro elemento fondamentale è la capillarità e la tempestività dell’informazione».

In questa logica di smart cities si colloca l’iniziativa Icity Rate: la ricerca ha messo a confronto i capoluoghi di provincia italiani sulla base di circa cento indicatori, scelti tra quelli che meglio possono descrivere la società “intelligente”, articolati in sei ambiti, gli stessi individuati da un analogo lavoro svolto dalla Commissione europea, in modo che i risultati possano essere comparabili a livello internazionale: economia, ambiente, governance, mobilità, capitale sociale e qualità dei servizi.

La classifica vede in cima due città dell’Emilia Romagna, Bologna e Parma, apripista di un gruppo di 15 realtà tutte del Centro-Nord, con un mix di grandi e piccole, un segnale, questo, che non esiste una dimensione “ideale”.

 

di Rossella Cadeo – Il Sole 24 Ore

 

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