26 settembre 2014 – Il volo intercontinentale operato da Finnair tra Helsinki e New York il 23 settembre, in concomitanza con il vertice sul clima delle Nazioni Unite, con in Airbus alimentato da biofuel ce lo ha ricordato: l’aviazione sta cercando di compiere un altro passo in avanti nella sua storia. Non è soltanto per il mezzo di spostamento più utilizzato al mondo, le automobili, che la ricerca e lo sviluppo stanno cercando di fare progressi per ridurre l’impatto ambientale. Anche gli aerei in un prossimo futuro – e con qualche esempio anche nel presente – saranno in grado di produrre sempre meno Co2.

E’ esattamente da un secolo che i velivoli inquinano il nostro pianeta. Il primo aereo con motore a carburante fossile è stato progettato e costruito dai fratelli Wright negli Stati Uniti e ha compiuto qualche breve volo nel 1903: si trattava di un motore a benzina da 12 cavalli montato su un biposto. Ma è con la Prima Guerra Mondiale che gli aerei sono impiegati in modo sistematico ed è dal 1914 che l’aereo comincia la sua storia di “grande inquinatore”. Tra gli anni Venti e gli anni Trenta, nascono i primi voli commerciali regolari destinati ai passeggeri: è la compagnia aerea tedesca Deutsche Luft-Reederei a compiere il primo collegamento passeggeri il 5 febbraio 1919. La storia dell’aereo e del volo è andata in crescendo e così l’inquinamento, tanto che Rapporto 2007 dell’Intergovernmental Panel on Climate Change (IPCC) ha stimato il contributo dell’aviazione al riscaldamento globale, che rappresenta il 2% della CO2 prodotta globalmente dall’uomo e il 13% del carburante fossile consumato dal trasporto totale.

Da qualche anno è in corso un forte impegno per ottenere innovazioni tecnologiche capaci di ridurre l’impatto. Produttori, regolatori e utilizzatori si stanno muovendo per ottenere l’efficientamento del settore, che significa riduzione emissioni Co2 (anidride carbonica) e Nox (ossidi di azoto) e anche una significativa riduzione del rumore.

Se l’aereo a energia solare è ben lungi dal venire, ci sono altre soluzioni più vicine alla realtà. Tra queste i biocarburanti. Lufthansa è stata la prima al mondo a utilizzare per un volo commerciale una miscela green al 50% ottenuta da carburante tradizionale unito a oli vegetali e grassi animali per la tratta che collega Francoforte ad Amburgo. Questa miscela non viene più utilizzata a causa della scarsa reperibilità del prodotto. La compagnia tedesca ha deciso quindi di studiare lo sviluppo delle potenzialità del combustibile alcohol-to-jet (ATJ) da miscelare con il kerosene in un progetto finanziato dalla Commissione europea. L’iniziativa prevede lo sfruttamento della fermentazione dei rifiuti per ottenere isobutanolo che viene poi disidratato e convertito in kerosene mediante processi di raffinazione e che abbia costi abbordabili per voli regolari e non soltanto dimostrativi.

Finnair invece ha utilizzato una miscela con olio da cucina. Il biocarburante utilizzato è stato in parte prodotto con olio da riciclato ottenuto dai ristoranti. Si tratta di un biocarburante che non è in concorrenza con la produzione alimentare, né arreca danni alla biodiversità.

In entrambi i caso, si tratta di miscele tra biofuel e carburante tradizionale, le quali non sono ancora abbordabili dal punto di vista economico: attualmente costano più del doppio rispetto al combustibile convenzionale.

Allo studio ci sono anche motori ibridi, che uniscono il termico all’elettrico. Esistono già sistemi propulsivi in serie, in cui il motore elettrico fornisce la potenza all’elica e il termico ricarica le batterie. I decolli e gli atterraggi avvengono con il motore elettrico, che è più silenzioso. Il problema, in questo caso, è quello classico delle batteria: si ricaricano lentamente e pesano molto.

Progetto pionieristici, anche se non attuabili oggi, fanno gettare lo sguardo in un futuro che può diventare possibile. Airbus ha già sviluppato un prototipo di velivolo interamente elettrico, l’E-Fan, che è stato presentato durante il Farnborough International Airshow, in Gran Bretagna, lo scorso luglio e che entrerà in produzione nel 2017 con due posti passeggero affiancati. Airbus ha intenzione di sviluppare in futuro un velivolo di concezione simile destinato a compagnie aeree regionali.

Fausta Chiesa

A cura di ETicaNews