26 giugno 2013 – Non si sa se è perché vissuta come solo uno strumento di marketing da tenere nel portafoglio della propria offerta o perché c’è una sorta di voluto “low profile” su prodotti etici a fronte della percezione diffusa che le grandi banche vivono su speculazi0ni, o ancora se è un problema di difficoltà di individuare il più corretto modo per comunicare la cosa. Comunque sia, Unicredit poco ha fatto o sta facendo nel far sapere che ai risparmiatori italiani che offre una carta di credito etica. E’ la Unicredit Card Classic E. ETicaNews ne ha già parlato, ma andando più nel dettaglio merita veramente di definirsi tale?

Innanzi tutto, analizziamo la presentazione ufficiale della Unicredit Card Classic E. Piazza Cordusio spiega che chi la sottoscrive «partecipa attivamente ad un importante progetto di solidarietà di Unicredit». Bene. Ma questo vuol anche dire che non è possibile per il sottoscrittore scegliere quale progetto sostenere. Un limite che va superato. Si deve fare di più per coinvolgere attivamente i sottoscrittori. Bisogna pensare a una sorta di engagement, un coinvolgimento attivo e appassionato di chi sceglie la credit card etica che può essere fatto, ad esempio, sfruttando il chip presente in ogni carta di credito. Tramite questo, potrebbe essere data facoltà ai sottoscrittori di proporre e indicare quale progetto di solidarietà sostenere.

Ma in termini di valore assoluto di donazioni di che numeri stiamo parlando? «Carta Etica, nei suoi otto anni di vita, ha contribuito a supportare progetti di utilità sociale per oltre 10 milioni di euro – ha ricordato Gabriele Piccini, Country Chairman Italia UniCredit -. Negli ultimi due ha finanziato, grazie ai Bandi promossi da UniCredit Foundation, circa venti iniziative a carattere filantropico con un contributo complessivo che supera il milione di euro. Con l’aiuto della nostra Fondazione, attraverso il Bando Carta E, individuiamo alcune tra le tematiche sociali più urgenti a cui destinare i fondi raccolti». Numeri importanti, quelli messi in campo da Unicredit. Ma proviamo a fare due conti. Come ha detto Roberto Nicastro, Direttore Generale di UniCredit, nel 2012 si contavano circa 200 mila nostri clienti titolari di una Carta E. Bene. Tenuto conto che ognuno paga una quota annuale di 33 euro, ne deriva con ogni anno Unicredit incassa sei milioni e seicento mila euro. In otto anni sarebbero in teoria quasi 53 milioni di euro. Quindi non sembra proprio esserci uno squilibrio nel saldo netto per Unicredit. Come dire che tutti i soldi messi dalla banca sono più che coperti dalla quota annuale pagata dai sottoscrittori.

Facciamo un ulteriore passo, partendo dal fatto che una quota del due per mille delle spese effettuate con la Unicredit Card Classic E (ad esclusione degli anticipi di contante) è devoluta dalla banca di Piazza Cordusio per alimentare un fondo destinato ad iniziative e progetti di solidarietà e supporto a favore di persone bisognose. Come detto, per ottenere questo impegno da parte di Unicredit il sottoscrittore paga una quota annuale di 33 euro. Che sarebbe, da un punto di vista matematico, il due per mille di 16.500 euro. In pratica, solo se uno usa la carta per spese annuali superiori a 16.500 euro (non certo poco) «obbligherà» la banca a tirare fuori in beneficenza più soldi di quelli che il sottoscrittore paga all’anno per poterla avere.

Se non altro, Unicredit non pecca di trasparenza. La banca descrive con sufficienti dettagli quali destinazioni prendono i soldi dati in solidarietà. Oltre a quelli relativi al Bando UniCredit Carta E, sono oggetto di aiuti Organizzazioni Non Profit a livello sia locale che nazionale, ma anche soggetti in condizioni di difficoltà economica identificati dalle strutture di sostegno presenti sul territorio ed i Comuni italiani che collaborano con la Banca.

Per quanto riguarda la collaborazione con i Comuni Italiani, le relative somme accantonate dal progetto Carta E servono a sostenere madri/padri soli con prole a carico e in situazione di difficoltà avvalendosi della collaborazione delle amministrazioni locali e delle comunità territoriali impegnate nell’assistenza ai più bisognosi. Ogni accordo prevede lo stanziamento di una somma a favore dei singoli Comuni che viene poi distribuito dalla Banca alle famiglie designate dalle amministrazioni locali per mezzo di una carta prepagata. Si tratta quindi di una forma di aiuto discreta, dal momento che il beneficiario riceve una carta prepagata, non distinguibile dai normali prodotti presenti sul mercato, che viene mensilmente ricaricata da Unicredit. I beneficiari non hanno vincoli sull’utilizzo del contributo erogato, quale segno di fiducia verso le persone supportate. Dal 2005, i Comuni che sono stati interessati da tale accordo sono: Brescia, Milano, Reggio Emilia, Verona.

Circa il 75% dei fondi è impiegato per fare beneficenza a sostegno di persone in condizioni di difficoltà economica, identificate dai partner del progetto sul territorio, di norma i singoli Comuni aderenti agli accordi. Il residuo 25% viene invece utilizzato per importanti attività a favore di istituzioni benefiche italiane e internazionali. La selezione viene effettuata in base a proposte della Rete Commerciale con l’ausilio di UniCredit Foundation. Tra le iniziative a carattere nazionale sono citate Fondazione Banco Alimentare Onlus, e la Comunità di Sant’Egidio.

L’offerta di «carte etiche» da parte di Unicredit non si limita alla Classic E. E’ infatti possibile anche sottoscrivere la UnicrediCard Wwf, la carta «che aiuta l’ambiente». Si può contribuire alla salvaguardia delle oasi Wwf in Italia tramite il versamento del 3 per mille delle spese effettuate con la carta (ad esclusione degli anticipi di contante) da parte della banca che andrà ad alimentare un fondo gestito dalla stessa UniCredit i cui contributi saranno erogati a favore del Progetto Oasi WWF. Senza alcun costo aggiuntivo. UniCreditCard WWF garantisce, inoltre, al suo titolare l’accesso al servizio di difesa legale dei diritti del consumatore. Anche in questo caso si paga una quota annuale 33 euro. Ma perché al Wwf va il tre per mille e alle iniziative coperte dalla Unicredit Card Classic E solo il due per mille?

 

A cura di ETicaNews