2 ottobre 2013 – È la partita su cui si giocano le credenziali della finanza Sri. E, più in generale, in cui si gioca la credibilità di un nuovo modello finanziario globale. Non è un caso, insomma, che il tema dell’azionariato attivo sia stato, lo scorso 24 settembre a Bruxelles, l’oggetto del primo European Sri Sympsium di Eurosif, il network delle organizzazioni nazionali per la finanza Sri (in Italia è il Forum per la finanza sostenibile). «L’attuale crisi economico-finanziaria – ha chiosato François Passant, executive director di Eurosif – ha messo in evidenza la pericolosità di strategie di investimento passive da parte di quegli azionisti istituzionali che, viceversa, avrebbero il potere di indirizzare le grandi corporation». Insomma, gli investitori che detengono quote delle grandi società devono impegnarsi per farsi ascoltare e così condividere le scelte dei manager. In questo modo, si potranno trasferire in modo diretto le strategie sostenibili alle grandi corporation.

Nel corso del symposium, è stato presentato il report Shareholder Stewardship: European ESG Engagement Practice 2013. L’analisi, realizzata con il sostegno di Etica Sgr, cerca di individuare i passaggi chiave per mettere in atto efficienti ed efficaci strategie di engagement, e porta una serie di dodici esempi concreti (oltre alla sgr italiana, ci sono un gruppo di protagonisti tra banche, gestori, fondi pensione, società di rating: Mirova, Raboban, Ethical Council, Novethic, Ges, RobecoSam, Asn Bank, Pggm, Doughty Hanson, Hermes Eos, Rwc). Soprattutto, il report fa riferimento alle statistiche relative all’azionariato attivo. «Gli asset soggetti a politiche di Esg engagement – si legge nella nota – sono cresciuti decisamente negli scorsi dieci anni, raggiungendo quota 2mila miliardi di euro nel 2011». Emerge come circa un terzo (il 27%) di chi fa engagement lo faccia in collaborazione con altre entità. Infine, l’analisi evidenzia come nel 35% dei casi di azionariato attivo, sia codificata una policy, e come nel 24% dei casi questa policy sia pubblica.

I numeri, insomma, parlano chiaro. Eppure, a livello italiano permane una sorta di nebbia sui media e, soprattutto, una sorta di timore da parte delle stesse associazioni di categoria. Lo scorso anno, per esempio, si racconta di dissidi non leggeri, dietro le quinte, quando il Comitato governance di Borsa si prefisse di analizzare una sorta di stewardship code all’italiana (vedi articolo In Borsa obbligo d’azionariato attivo). Il tema per gli investitori istituzionali rimaneva assai delicato: l’adozione (o l’imposizione) di criteri di engagement comporta infatti oneri e impegni aggiuntivi non secondari anche per i gestori. Per chi guida i fondi significa, tra le altre cose: presentarsi in assemblea, studiare i bilanci in chiave migliorativa, avanzare osservazioni e, soprattutto, rendere conto del proprio operato in maniera trasparente ai sottoscrittori delle quote del fondo.

Eppure, qualcosa sembra iniziare a scalfire il muro di gomma. L’ariete sembrano essere i fondi pensione. Per questi, la prospettiva futura è quella di poter ampliare il raggio dei propri investimenti, subordinando la maggiore libertà a maggiori vincoli. E questi vincoli potrebbero essere, appunto, i criteri di investimento Esg, compatibili con le necessità pensionistiche di più elevate garanzie di lungo periodo e di allocazione sostenibile delle risorse. Ebbene, il punto è che ai criteri Esg si accompagna l’adozione di iniziative di engagement.

Di nuovo, non è un caso, dunque, che l’evento conclusivo della prossima Settimana Sri sia dedicato all’azionariato attivo. E che il convegno “L’engagement, una nuova sfida per gli investitori istituzionali”, pur richiamando dal titolo una denuncia dei ritardi italiani (il termine “nuova”, infatti, vale unicamente a livello nazionale), punti direttamente sui fondi pensione. Nel corso dell’incontro, infatti, saranno presentate “Linee Guida sull’engagement per le forme di previdenza complementare”.

Certo, l’impressione è che ci sia molta strada da percorrere. Ci sono ritardi da denunciare. A cominciare, appunto, dall’inerzia dimostrata sin qui dagli stessi fondi pensione in termine di azionariato attivo.

E ci sono obiettivi raggiunti da divulgare. Uno di questi ci fa particolarmente piacere: è in arrivo l’ebook sull’azionariato attivo nelle assemblee italiane realizzato da Etica Sgr assieme a ETicaNews. Si chiama “Una stagione tra i soci – 2”.

Il fatto che sia il secondo, già conferma che si tratta di un percorso.

 

A cura di ETicaNews