«Quando una società non rispetta i nostri principi, non la escludiamo. Tentiamo di cambiarla». Chi vuole cambiare il mondo è Jens Peers, da gennaio alla guida di Mirova, secondo maggiore gestore in Europa di investimenti Sri e dedicati al social business. Quando, nel novembre del 2012, Natixis annunciò l’accorpamento di tutte le proprie attività di responsible investment sotto un unico tetto, mandò un segnale fortissimo al mercato: in una delle principali società di risparmio gestito continentali, si creava una divisione ad hoc per la finanza “alternativa”. Con numeri che cominciavano a pesare. Al 30 settembre del 2012, Mirova aveva 4 miliardi di controvalore titoli Sri in gestione; 7,7 miliardi in consulenza Esg (environmental, social & governance) e Sri; 20,4 miliardi di asset per cui gestiva i diritti di voto e adottava strategie di engagement. Appunto, strategie di azionariato attivo. È da qui che Mirova parte per cambiare le cose, spiega Peers in questa intervista, «perché gli investitori – dice – non usano abbastanza la propria influenza per migliorare i comportamenti».

In un momento in cui si cerca di evitare le perdite e di assumere posizioni difensive, gli investimenti responsabili sono nei radar degli investitori?

In sintesi: sì. I fondi pensione, in particolare, comprendono che avere un focus sul breve termine – il prossimo trimestre e la massimizzazione dei profitti – non è l’approccio migliore. Lo ha dimostrato la crisi finanziaria. Un numero crescente di asset manager ha firmato i principi dell’Unpri negli ultimi anni e questo significa che devono osservare le regole che quei principi sottintendono. All’inizio, questo era semplicemente compilare un report. Adesso, devono integrare le informazioni nel proprio portafoglio. Anche molte società di consulenza hanno creato dipartimenti di analisti specializzati. Quasi ogni Rfp (gara per l’assegnazione di una gestione, ndr), anche per mandati non specificatamente Sri, adesso ha elementi Esg o Sri nella ricerca o nella costruzione del portafoglio. Il trend è forte e potrà solo diventare più forte.

Cosa si attendono gli investitori dall’allocazione Sri?

Alcuni fondi approcciano la finanza Sri come una copertura e cercano una minimizzazione del rischio. Noi riteniamo che stia aumentando l’interesse nel considerare la finanza Sri in modo positivo, cioè si voglia investire in società che garantiranno performance maggiori del mercato perché allineate a fattori Sri di lungo termine. Noi investiamo in società che crediamo contribuiranno a cambiare il mondo del futuro. Il mondo sta cambiando e presentando sfide sociali e ambientali. I governi avranno meno risorse da spendere e i gruppi finanziari dovranno giocare un ruolo nella società. Noi puntiamo a investire in aziende che offrano soluzioni alle sfide che verranno.

Quali settori è probabile rispondano meglio a queste sfide?

Abbiamo identificato otto temi sostenibili nei quali si concentrano la maggior parte dei nostri investimenti: energia; mobilità; città ed edifici; consumi; salute; informazione e comunicazione; risorse naturali; finanza.

E quali settori saranno underperform di fronte a questi cambiamenti?

La nostra filosofia di investimento non prevede l’esclusione di società, ma riteniamo che alcuni settori non contribuiranno a un mondo con qualche miliardo in più di persone. In questi settori ci sono l’industria dei carburanti fossili e l’industria militare. Le aziende petrolifere dipendono da un prezzo del petrolio che è costantemente superiore a 100-150 dollari al barile per giustificare nuovi investimenti in perforazione. Non vediamo questo come uno scenario plausibile nel caso fonti alternative – come l’energia eolica o il meno costoso gas naturale – arrivino sul mercato. Il settore militare è probabile che sia underperform poiché diversi Paesi diventano più indipendenti dal punto di vista energetico, e hanno meno necessità di combattere per le risorse. Gli Stati Uniti, per esempio, saranno probabilmente energy-independent entro il 2020. La Cina spenderà di più per il suo esercito. Usa ed Europa spenderanno meno. Al netto, non ci sarà cambio né prospettive di aumento per l’industria bellica.

Quale tipo di società meglio corrisponde al vostro concetto di investimento sostenibile?

Principalmente, ci concentriamo su aziende che offrono soluzioni “pureplay” (ossia molto specializzate, ndr) alle sfide del futuro. Per esempio, si prenda l’acqua: tutti ne abbiamo bisogno e non esistono sostituti a essa. Dunque, investiamo in società che producono pompe, valvole, tubi e così via. Per contro, non sono un fan in assoluto delle energie rinnovabili, ma nel lungo periodo ci sono buone opportunità in sotto-settori come le celle a combustibile e le turbine a vento. Invece, il food è un’enorme opportunità. Da oggi al 2050 il mondo avrà 2 miliardi di persone in più, che dovranno mangiare. La terra è una risorsa limitata e perciò ci saranno investimenti in tecnologia ed equipaggiamenti per aumentare il rendimento per ettaro. Per il grano, oggi la resa negli Usa e in Europa è forse doppia rispetto a quella in Cina. Se quest’ultima investisse nelle stesse tecnologie degli americani non ci sarebbe più un problema cibo. Per contro, poiché le persone nei mercati emergenti diventano più ricche, cambieranno la propria dieta, mangiando più proteine. Il che significa che avremo bisogno di più grano, più acqua, più fertilizzanti. E poiché i fertilizzanti inquinano, avremo bisogno di maggiore capacità di depurazione dell’acqua.

Investite solo in società Sri e pureplay?

Vogliamo investire il massimo possibile in pureplay company. Ma cerchiamo anche temi di lungo periodo. Questi includono tecnologie che migliorino l’efficienza, nell’edilizia, nelle apparecchiature per anziani, nel mercato dell’illuminazione coi light-emitting diode (Led). Parte del settore finanziario beneficerà dell’invecchiamento della popolazione. Ci saranno opportunità per le assicurazioni vita. La gente aumenterà la ricerca di forme pensionistiche alternative a quelle dello Stato. Le banche old style – ossia mutui e finanziamenti alle infrastrutture – dovrebbero anche fare bene.

Come selezionate le aziende con il miglior ritorno potenziale?

Il processo di investimento parte identificando le migliori opportunità di lungo termine, poi guardando a quelle società che saranno outperform nei prossimi tre anni. Dopo questo, eseguiamo una analisi finanziaria, parte della quale include i rischi extra-finanziari. La governance – la composizione del board, l’indipendenza dei directors, il comportamento etico e così via – è un tassello importante. Alla fine, se siamo soddisfatti della società, investiamo. Possiamo cercare un confronto con la società se riteniamo che soddisfi i nostri criteri di investimento di lungo termine, ma possa performare meglio sui fattori Sri.

Perché avviare questo confronto? Non è meglio lasciar perdere ed escludere dal vostro portafoglio una società che non rispetta criteri Sri?

Ci distinguiamo nel nostro approccio all’investimento Sri. Non stiamo cercando di escludere società e minimizzare il rischio, ma preferiamo concentrarci su ciò che ci piacerebbe includere nel nostro portafoglio. Se ci piace un’azienda, e riteniamo che possa fare le cose meglio, ci “ingaggiamo” con essa. Ci sono molte opportunità di engagement con piccole e medie imprese, le quali non sempre hanno l’esperienza o il background per implementare criteri Esg. Abbiamo usato il nostro potere di azionisti in circa 150 dei nostri investimenti lo scorso anno, per incoraggiare un miglior reporting dei fattori Esg. Il nostro pensiero è che gli investitori non usino la propria influenza a sufficienza per cambiare i comportamenti.

I portafogli Sri non sono underperform e non sono più vulnerabili alla volatilità?

Ho contribuito a lanciare un fondo a tema sull’acqua circa 12 anni fa. Ebbene, quel fondo ha sovraperformato l’indice Msci World in dieci degli ultimi 12 anni. Mi sembra che si dimostri da sé che i temi sostenibili battano il mercato nel lungo periodo. Quanto alla volatilità, non necessariamente viene aumentata: ci sono settori come le infrastrutture, l’energia, l’acqua e il food che possono essere volatili. Viceversa, altri settori come i farmaceutici sono più difensivi e stabili. Noi puntiamo a coprire l’intero mercato. Inoltre, combiniamo small-cap, mid-cap e società mature con società create di recente, per garantirci la maggiore diversificazione possibile.

Tutto questo può starci. Ma quanto tempo bisogna attendere perché si veda un ritorno dagli investimenri Sri?

Sebbene tendiamo a identificare i driver di lungo termine su orizzonti oltre i dieci anni, investiamo solamente nelle società che riteniamo possano fare meglio del mercato in un periodo di tre anni. Abbiamo sempre bisogno di una motivazione finanziaria per possedere un titolo di una società. Se queste hanno quasi sempre un alto grado di coerenza Esg, non è però sufficiente per averle in portafoglio.

 

A cura di ETicaNews