20 febbraio 2013 – Banca Prossima, venerdì 15 febbraio in Fondazione Cariplo, ha presentato la piattaforma Terzo Valore, un innovativo strumento che ha lo scopo di finanziare i progetti del terzo settore non soltanto con donazioni a fondo perduto, ma anche attraverso il credito bancario e prestiti da privati ottenuti dalle organizzazioni non profit a un tasso di interesse più vantaggioso rispetto a quello ottenibile sul mercato. La banca di Intesa Sanpaolo dedicata al terzo settore e guidata da Marco Morganti si fa garante del prestito delle persone giuridiche. Assieme a Fondazione Cariplo, Terzo Valore sarà utilizzato per finanziare un progetto di social housing.

Il vostro piano di social housing può essere definito social business?

Sicuramente sì. Il cittadino prestando i suoi soldi attiva una serie di cose, perché non genera soltanto senso di comunità ma anche valore economico per la collettività e per sé. Facciamo un esempio. Grazie a Terzo Valore ad Altamura in Puglia Anffas (associazione nazionale di famiglie e persone con disabilità, ndr) ha potuto finanziare il progetto “Oasi”, che prevede la costruzione di una struttura con un centro diurno, due unità abitative per il “Durante noi” ma anche la comunità residenziale per il “Dopo di noi”. La struttura sorgerà in una zona residenziale in forte espansione. E’ facile immaginare che dopo che saranno attivi i servizi dell’Oasi gli immobili ad Altamura varranno di più perché in quel Comune i cittadini potranno godere di servizi migliori rispetto ad altre cittadine pugliesi. L’economia sociale è economia vera. E lo dimostrano anche i nostri dati sul credito.

Cioè?

I dati di Banca Prossima dimostrano la qualità del credito del terzo settore: soltanto lo 0,7% rischia di non tornare indietro. Il terzo settore è il fiore all’occhiello dell’Italia non soltanto da un punto di vista morale, ma anche della sostenibilità economica. Utilizzando il nostro modello di valutazione è possibile prestare denaro al terzo settore con la ragionevole certezza di vedere rimborsato il prestito. Per noi è una scommessa vinta.

E adesso date anche la garanzia…

Il cittadino non deve rischiare: se dona è una sua scelta, ma se presta deve riavere i suoi soldi. Confondendo il prestito con la donazione non si va da nessuna parte.

Ma a un’organizzazione non profit non conviene la donazione rispetto al prestito?

No, perché la donazione va rinnovata ogni anno, mentre il prestito dura quanto dura il mutuo, ed essendo più lungo fidelizza.

Si tratta di un social bond?

Non propriamente. Il social bond rappresenta una vera e propria emissione di un titolo, mentre in questo caso si tratta di un mutuo tra privati sostenuto da una fideiussione bancaria. Questo titolo di credito non è cedibile ad altri. E’ un rapporto individuale.

A chi si rivolge la piattaforma Terzo Valore?

L’impresa sociale più di ogni altro è destinatario di Terzo Valore. Speriamo di avere la capacità di convincere le cooperative sociali a lavorare così. Siamo grandi fautori del passaggio all’impresa sociale delle realtà del terzo settore e per la massima diffusione della schema impresa sociale.

Si va verso il modello dell’impresa sociale?

L’impresa sociale è una bellissima intuizione del legislatore italiano, che ha prodotto una legge giusta che serve a dare certezze in un mondo confuso con confini poco chiari. La legge italiana è stata presa da molti Paesi come modello, ma questo schema istitutivo avanzatissimo ed esemplare purtroppo non mette a punto strumenti di agevolazione fiscale che lo farebbero moltiplicare.

Che cosa pensa della possibilità di ridistribuire gli utili?

La capacità di remunerazione sarebbe un bene, certo entro certo limiti, come succede nei Paesi anglosassoni, diciamo con un low profit. In questo modo si potrebbero attrarre venture capitalist. Attraverso la nostra piattaforma Terzo Valore è come essere soci di una cooperativa inglese. Si può immaginare che questo schema si possa utilizzare per terzo settore evoluto.

Siete i primi ad aver ricevuto l’autorizzazione di Bankitalia per il social lending…

Quando ci siamo rivolti alla Banca d’Italia, l’istituto ci ha detto che non ha titolo per vietare questo tipo di attività, perché è consona a quella dell’attività bancaria. Ma Bankitalia ci ha dato consigli che hanno migliorato il servizio, per esempio ci hanno consigliato di dare garanzia sul 100% del prestito, mentre inizialmente il nostro modello prevedeva una garanzia minore.

Che cosa manca a Terzo Valore?

La capacità delle Organizzazione non profit di mobilitarsi e di andare a chiedere un prestito ai privati, la lentezza della promozione e la mancanza di un soggetto che faciliti la raccolta.

Fausta Chiesa