15 gennaio 2015 – La Banca Europea per gli Investimenti ha deciso di ampliare la sua azione a favore del clima, obiettivo in linea con la priorità data a questo tema dell’Unione Europea, utilizzando anche la finanza Sri, ovvero gli investimenti sostenibili e responsabili. Ha infatto annunciato di aver investito 40 milioni di euro nel fondo specializzato sull’energia rinnovabile di Mirova, società di Natixis AM focalizzata sugli investimenti responsabili.
Giusto a ottobre 2014 il Consiglio Europeo ha sottoscritto l’impegno affinché l’Unione Europea raggiunga una quota dei consumi di energia di almeno il 27% da fonti rinnovabili entro il 2030. Un primo momento di verifica su questo percorso avverrà alla 21sima Conferenza della Nazioni Unite sul cambiamento climatico che si terrà proprio in Europa, e per la precisione a Parigi verso la fine del 2015.
In questo contesto l’investimento della Bei nel fondo specializzato Mirova Eurofideme 3 appare una mossa emblematica. Contribuirà ad attirare altri investitori in Francia e in Europa per investire nel settore delle energie rinnovabili, fondamentali per implementare progetti ad elevato impatto sociale ed economico.
Dal canto suo Mirova ha esattamente una strategia che punta a contribuire attivamente a indirizzare capitali per lo sviluppo di un’economia a basso consumo di combustibili fossili. Lo dimostra proprio il lancio del fondo Eurofideme 3 avvenuto a metà 2014, il terzo prodotto di investimento pensato con l’obiettivo di puntare sui progetti di energia rinnovabile in Europa.
«Si tratta di un’operazione di finanza sostenibile, innovativa e socialmente responsabile» ha sottolineato il vice-presidente della Bei, Philippe de Fontaine Vive. “Il nostro investimento dovrebbe essere visto come parte di un ampio approccio di sviluppo sostenibile che punta a ridurre le emissioni di anidride carbonica. Confido che questo nuovo veicolo di investimento possa attirare l’interesse di un gran numero di protagonisti dei mercati finanziari e che sia in grado di finanziare nuovi progetti nel settore delle energie rinnovabili».
A cura di ETicaNews