11/02/2015 – Ore 09:26

Secondo Il Sole24Ore, la Corte Costituzionale dovrebbe depositare forse già domani le motivazioni con cui nell’udienza del 13 gennaio scorso sarebbe stata dichiarata l’illegittimità costituzionale dell’addizionale Ires (pari al 6,5% che sommata all’aliquota standard portava il carico fiscale al 34%) che grava sulle imprese del settore petrolifero ed energetico, fonti rinnovabili comprese.

Per le casse dello Stato si apre il rischio di buco di circa 1 miliardo di euro.

Se confermata, la notizia sarebbe molto positiva per il settore utility con impatti medi sugli utili
del 5% ma con picchi del 10% per Snam [SRG.MI] e Terna [TRN.MI].

Per Snam e Terna in particolare una cancellazione della tassa darebbe molta più visibilità alle politiche di dividendo (6,5% per Snam e 5,5% per Terna). Tra i due nomi preferiamo Snam che tratta al 3% di premio sulla RAB 2015 (18% per Terna).
Citigroup ha subito alzato il rating di Snam e Terna portandolo a Buy per entrambe le società: il target price di Snam è stato alzato 4,40 euro da 4,0 euro, quello di Terna a 4,15 euro da 3,20 euro.

Ci aspettiamo una reazione positiva anche di tutte le società del comparto delle energie rinnovabili e tra queste ricordiamo le nostre migliori scelte: 

  • Enel Green Power [EGPW.MI], la nostra raccomandazione è INTERESSANTE, target price 1,9 euro.
  • Falck Renewables [AA4.MI], INTERESSANTE, target price 2 euro;
  • TerniEnergia [TRNI.MI], raccomandazione INTERESSANTE, target price 2,4 euro.

La notizia è positiva anche per PLT Energia [PLTEN.MI], società con 100 megawatt di potenza installata quasi tuti eolici e di riflesso, sebbene non direttamente impattate, per Energy Lab [ELAB.MI], Frendy Energy [FDE.MI] e TE Wind [TEW.MI].

A cura di Websim