18 giugno 2013 – Non basta piazzare un potente depuratore alla foce di un fiume. L’importante è farlo funzionare bene e accertarsi che la dimensione sia adeguata al tratto di mare da filtrare. I Comuni sembrano averlo capito. La chiusura di tratti di spiagge per inquinamento è un rischio troppo alto da correre quando in gioco c’è il turismo. Ecco allora che negli anni le amministrazioni locali hanno cambiato politica: più attenzione alla pulizia delle acque.

I risultati si leggono nel rapporto sulla balneabilità presentato ieri al ministero della Salute da Beatrice Lorenzin: « Siamo i primi in Europa anche per la qualità di laghi e fiumi se consideriamo la lunghezza delle nostre coste», il 96,6% delle zone balneabili sono a norma, cioè rispettano i limiti di legge dell’UE sulla presenza di batteri (enterococchi intestinali e escherichia coli). Significa che si può fare il bagno senza il pericolo di prendere una gastroenterite o una dermatite, patologie lievi ma noiose. Tra le più meritevoli l’Emilia Romagna, di nuovo col 100% delle acque promosse con valori massimi, l’eccellenza.

di Margherita De Bac – Corriere della Sera

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