13 marzo 2013 – Esistono società davvero etiche? Secondo l’Istituto Ethisphere, un’autorevole organizzazione internazionale specializzata nella creazione, nello sviluppo e nella condivisione delle migliori prassi a livello di etica commerciale, governance, misure anti-corruzione e sostenibilità, sì e in tutto il mondo sono 145. Il World’s Most Ethical Companies Ranking comprende società soprattutto americane, seguite da quelle europee (irlandesi, svizzere, svedesi, danesi) e soltanto da un’impresa italiana, la Illy.

Ethisphere è l’unico soggetto a svolgere verifiche indipendenti di programmi di compliance e cultura etica, con le certificazioni Ethics Inside, Compliance Leader Verification e Anti-Corruption Program Verification.

Il riconoscimento premia le società che si sono distinte nei fatti e al di là delle dichiarazioni rispetto alle analoghe aziende del settore per la propria etica irreprensibile in campo commerciale. «Le società più etiche del 2013 sono quelle che hanno adottato in tutto e per tutto pratiche commerciali veramente etiche, dimostrando al tempo stesso una supremazia nel settore, così da costringere le aziende analoghe a fare altrettanto per non rimanere al palo», ha spiegato il direttore esecutivo di Ethisphere Alex Brigham.

Essere etici, oltre a essere giusto e bello, conviene. «Le imprese – dice Brigham – sono diventate sempre più consapevoli dei vantaggi che offre l’essere etici, specialmente in un’economia globale. Pratiche commerciali etiche aumentano la competitività e questo ha anche contribuito a dare far capire che la cultura dell’etica è indispensabile per eccellere in modo sostenibile». Ogni anno le società creano nuove attività etiche e il livello è sempre più alto, commentano dall’Ethisphere Institute.

La classifica (che non è una vera classifica perché tutte le società sono incluse a pari merito) è nata nel 2007. Da allora, 23 società ne hanno sempre fatto parte. Tra queste, Ethisphere ricorda American Express, General Electric, Rabobank e Starbucks.

La selezione, che avviene su società che si candidano (e sono sempre più numerose), è stata condotta su 36 settori industriali di 100 Paesi. Il sistema, chiamato Ethics Quotient, è basato su una serie di domande multiple-choice su singole performance. Per esempio, la presenza di codici etici e i casi infrazioni; investimenti in innovazione e pratiche commerciali sostenibili; attività che migliorano il senso di appartenenza all’azienda.

Ethisphere verifica le risposte prima di stilare la classifica finale. Quasiasi società che ha avuto un numero significativo di processi o cause legali negli ultimi cinque anni è automaticamente esclusa, così come non possono entrare in classifica i gruppi del tabacco e degli alcolici.

Quest’anno per la prima volta è entrata Visa, così come ci sono altre 12 new entry (soprattutto società britanniche e giapponesi) mentre rispetto al 2012 diverse società non sono state incluse a causa di liti o violazioni etiche.

Fausta Chiesa

 

A cura di ETicaNews