1 luglio 2014 – Operativi dal 9 maggio, con il lancio di una piattaforma reward based, gli ideatori di Tip.Ventures (The Ing Project Srl), che definiscono il loro progetto «la macchina europea del crowdfunding» hanno ottenuto il 18 giugno l’autorizzazione di Consob a operare anche nell’equity crowdfunding. Due anime in un solo progetto, insomma, dal momento che la suddivisione tra le tipologie di finanziamento collettivo è frutto di un accurato studio del panorama italiano (ancora poco sofisticato) e delle possibilità offerte dal crowdfunding.
«Il portale equity sarà operativo a settembre – racconta a ETicaNews Matteo Masserdotti, Ceo e fondatore di Tip.Ventures – quando lanceremo il primo progetto. Al momento siamo ancora in fase di selezione».
E la selezione, per una società ancora giovane ma che ha analizzato il mercato in cui opera, è focalizzata nel mondo dell’imprenditoria d’eccellenza italiana, vale a dire su aziende che operano in settori come il food & beverage, il lusso o il design. «Il sociale non è esattamente il nostro target – dice Masserdotti – intendiamo concentrarci soprattutto sui settori in cui si distinguono maggiormente gli imprenditori italiani».
Il portale reward, che ha all’attivo quattro progetti in via di finanziamento, è, nella mente degli ideatori, una rampa di lancio naturale verso il mercato equity. «La filosofia del crowdfunding, come testimonia anche un recente report della Banca Mondiale, è quella di validare l’idea di business. Esistono idee valide di startup che, però, non hanno ancora un mercato di riferimento da cui attingere i clienti iniziali. Attraverso il reward possiamo assolvere alle attività preliminari per la creazione di un’impresa». Per questo motivo, il portale reward si impegna a sostenere progetti con un limite di finanziamento massimo di 20mila euro. Diverso il discorso per l’equity. «Se la campagna reward ha successo, siamo di fronte a una prima conferma del mercato e possiamo accedere al passaggio successivo: il finanziamento in equity crowdfunding. Qui ci muoviamo su una forbice che va da un minimo di 50mila euro a un massimo di un milione».
È assodato che all’investimento equity possano accedere solo le aziende regolarmente iscritte al registro delle startup innovative, così come stabilito dal decreto Passera (Dl 179/2012), ma, allo stesso tempo, i due tipi di crowdfunding non sono esattamente correlati. «Non per forza la startup che voglia accedere al finanziamento online deve essere passata attraverso il reward, così come non è detto che un progetto reward decida di evolversi ulteriormente. Si tratta però di una possibilità in più per le nuove aziende di testare la bontà del proprio progetto».
Il plus, garantito dalla piattaforma equity, è certo quello di poter accedere a una platea più professionale di finanziatori, come gli investitori istituzionali e i business angel. «L’equity crowdfunding, senza l’apporto di investitori in capitale di rischio, quali ad esempio i business angel, tarderà ancora molto in Italia – sostiene Masserdotti –. Ci muoviamo, infatti, in un mercato dai contorni ancora indefiniti e queste figure professionali possono ricoprire un ruolo di raccordo, grazie anche alle loro disponibilità finanziarie, che possono, comunque, essere ripartite tra più soggetti».
Intanto, ligi al regolamento Consob, i soci di Tip.Ventures hanno già iniziato le trattative con il partner bancario, di cui si scoprirà l’identità a settembre, al momento del lancio del portale.
Raffaela Ulgheri
A cura di ETicaNews