15 novembre 2012 – Anche gli hedge fund cadono nella rete della responsabilità sociale. Il network di investitori internazionali “responsabile” promosso dalle Nazioni Unite, la Pri Iniziative , ha appena pubblicato un discussion paper che ha lo scopo di far capire se e quando un fondo speculativo è un investimento coerente con i princìpi etici  promossi.

Il documento in consultazione serve a dare consapevolezza sulle questioni rilevanti che bisogna tener presente quando si vuole investire in modo responsabile. Alcuni investitori potrebbero, per esempio, trovare che la pratica dello shorting non è compatibile con i princìpi responsabili. Uno dei firmatari del Principles for Responsabile Investment, la Church of England, per la gestione delle pensioni si rifiuta di mettere i soldi in fondi che praticano lo short-selling o che speculano sulle materie prime agricole. I criteri per un investimento “etico” sono anche molto soggettivi: una fondazione che fa ricerca sul cancro non investirà in una multinazionale del tabacco.

Il documento descrive quali sono le tecniche utilizzate dai fondi speculativi (l’high frequency trading, lo shorting, il leverage e le vendite allo scoperto), in modo tale che gli investitori possano essere più consapevoli.

«Finora non c’è un chiaro consensus su che cosa voglia dire investire in modo responsabile in questi prodotti – ha spiegato Rob Lake, direttore dell’investimento responsabile del Pri –. Questo documento rappresenta il primo passo per stimolare un dibattito tra i nostri firmatari sulle implicazioni di questo tipo di investimento. Il nostro obiettivo è quello di fornire informazioni per permettere di capire se i fondi hedge sono compatibili con un approccio responsabile».

Ma non solo. Il paper illustra anche le azioni che gli investitori possono attuare per migliorare la governance degli hedge fund e spingerli ad adottare pratiche per un investimento responsabile. Secondo il Pri, sono pochi i manager di fondi che indicano quali sono le politiche in tema di Environmental, Social, Governance (Esg) adottate.

Ma perché questo discussion paper? La richiesta è partita degli stessi firmatari del Pri, ben 1.100 investitori istituzionali internazionali (di questi 137 sono esposti in hedge fund), i quali hanno sentito l’esigenza di conoscere meglio i rischi connessi con i fondi hedge, anche dal punto di vista della performance. La richiesta non è, quindi, del tutto “disinteressata” e nobile, ma è frutto della crisi finanziaria che deve aver fatto subire qualche perdita agli investitori in fondi altamente speculativi. «Molti firmatari – ha dichiarato  Lake – hanno investito in modo significativo in hedge fund. Durante e dopo la crisi finanziaria le performance hanno avuto variazioni notevoli».

Il documento è stato preparato dal Pri Hedge Funds Working Group, con input provenienti da Albourne Partners, Apg, Bt Pension Scheme, Church of England National Investing Bodies, The Environmental Investment Partnership, Harcourt Investment Consulting, Hedge Fund Standards Board, Hermes EOS e Highland Good Steward Management.

 

A cura di ETicaNews