25 giugno 2013 – Essere “Green” paga, anche in fase da acquisizione. Che la sostenibilità sia sempre più centrale in qualsiasi mercato, è evidente dagli sforzi legislativi e dai movimenti globali che si stanno sviluppando. Ma la conferma arriva anche dalle scelte portate avanti dalle aziende: sempre più compagnie attribuiscono alla responsabilità sociale un ruolo rilevante per migliorare il loro posizionamento nel mercato. E per quelle aziende rimaste “indietro”? In una breve pubblicazione, Deloitte spiega come un’acquisizione possa essere la strada per recuperare il terreno perduto.

Il contesto con cui si confrontano le aziende oggi richiede un crescente bisogno di informazioni e di formazione in campo di responsabilità sociale. Negli ultimi tempi, infatti, sono aumentate le spinte “sostenibili” sia da parte dei governi sia dai consumatori. Emerge perciò il bisogno di comprendere quali siano le responsabilità, effettive e potenziali, nei confronti del contesto sociale. In questi termini l’acquisizione di una compagnia “socialmente responsabile” può costituire un vantaggio competitivo. Inglobare chi è già esperto può aiutare a risparmiare tempo ed energie grazie alla maggiore conoscenza del contesto.

Alcune recenti acquisizioni hanno confermato questo trend, soprattutto negli Stati Uniti: Sharp, per esempio, nel 2010 ha acquisito Recurrent Energy, una compagnia specializzata in energia solare, per consolidare la sua presenza sul mercato delle energie rinnovabili (voci insistenti di vendita circolarono poi nel 2012, per un profondo piano di ristrutturazione; la ripresa dei conti sembra poi aver cancellato l’ipotesi cessione). Un altro esempio viene da Ul Environment, un’area funzionale di Ul, che nei mesi scorsi ha raggiunto un accordo con GoodGuide, una compagnia di San Francisco che fornisce informazioni sulla salute, sull’ambiente e sull’impatto sociale che i prodotti hanno sulla vita delle persone.

Il fattore “sostenibilità” comincia perciò ad essere preso in considerazione anche in fase di contrattazione, aumentando il valore d’acquisto della compagnia acquisita. In questi casi ciò che rende attraente un’azienda è soprattutto il bagaglio di competenze che questa porta con sé. “Know-how” fondamentale per quelle compagnie che vogliono, o devono, intraprendere una strada più green, a causa di regolamentazioni sempre più restrittive.

Come riporta l’approfondimento di Deloitte, in un contesto legislativo sempre più attento alle tematiche sostenibili, l’esperienza nella Csr può essere ben spesa e può spingere l’acquirente a pagare un “premium price” con il fine di acquisire queste competenze.

L’utilizzo di fusioni e acquisizioni è infatti da sempre una delle strategie più utilizzata per sviluppare vantaggio competitivo. In questo caso la reputazione “green” di una compagnia può aiutare a raggiungere ricavi aggiuntivi dovuti ad una maggiore affidabilità e riconoscibilità del brand, oltre che a godere di incentivi e sgravi fiscali riservati alle imprese attente all’ambiente.

Elisabetta Baronio

 

A cura di ETicaNews