17 ottobre 2012 – Oltre 23 milioni di metri quadrati di finestre, 300 milioni circa di coperture e altrettanti di pareti. Tutti costruiti tra gli anni ’60 e ’80, quando i costi dell’energia erano molto più bassi rispetto a quelli di oggi. Dunque tutti da ripensare.

Lo slogan di Norbert Lantschner, esperto internazionale di sostenibilità dell’edilizia e presidente della neonata Fondazione ClimAbita, alla luce di questi dati diventa fin troppo chiaro: «Serve una nuova edilizia efficiente dal punto di vista energetico per far ripartire il ciclo economico italiano».

A Saie 2012, Lantschner coordinerà Green Habitat, una vetrina su tecnologie, prodotti e materiali dell’edilizia sostenibile, « dove l’approccio è olistico – aggiunge – visto che si tratta di progettare e vivere gli ambienti, come la casa e le aree urbane, avendo come obiettivi il benessere e il risparmio di energia». Al tempo stesso l’iniziativa, anche grazie a un’area dimostrativa, diventerà occasione d’incontro importante per tante categorie: da urbanisti e progettisti a imprese e artigiani, dalle istituzioni agli ordini e collegi professionali, fino alle scuole e ai consumatori.

La filosofia di Lantschner, all’insegna della ricostruzione sostenibile, avrebbe dunque «un impatto straordinario a livello di congiuntura». Innanzitutto, perché in tempi di crisi e di forte disoccupazione si creerebbero almeno 30 mila posti di lavoro, oltre a nuove figure professionali. Inoltre, aggiunge l’esperto, «dal punto di vista ambientale migliorerebbe la qualità dell’aria e calerebbe il fabbisogno energetico che dobbiamo soddisfare ricorrendo alle importazioni di energia». Insomma, si tratta per Lantschner di un progetto win win, anche se per metterlo davvero in pratica ci vuole una spinta politica oltre che, visti gli investimenti richiesti, un ripensamento del patto di stabilità a livello di enti locali.

di Condina Cheo – Il Sole 24 Ore

 

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