16 ottobre 2012 – La finanza più vicina al social business ha il fiato corto. Dopo l’analisi generale dei conti delle mutue in autogestione (Mag) presentata nell’articolo di inizio ottobre (Batte (piano) il cuore delle mag), lo conferma l’analisi specifica dei conti di una delle più importanti realtà di questo particolare settore, quella milanese: Mag2. Dai documenti – occorre specificare che bilanci di Mag2 sono accessibili sul sito, per quanto in modo non immediato – emerge una realtà costretta al ripiegamento negli ultimi anni, che, nel 2011, ha visto letteralmente crollare il valore dei finanziamenti a persone giuridiche. Questa fase di contrazione dell’attività, amplificata dalla crisi economica generale, dimostra come la finanza mutualistica avrebbe necessità di un rilancio e, quanto meno, di un appoggio normativo e istituzionale. Viceversa, la scorsa settimana ET. ha dato notizia della mancata adozione del provvedimento legislativo che questa estate era stato promosso e appoggiato in parlamento a sostegno dell’identità giuridica delle mutue.

Dunque, i conti della Mag2 di Milano riflettono in modo esemplare gli effetti della complessa congiuntura economica. La mutua lombarda chiude con un utile di 6.190 euro contro i 7.200 dell’anno precedente, dopo ricavi per 123mila euro (di cui da interessi per crediti concessi pari a 105mila euro). Le difficoltà emergono dall’andamento dei finanziamenti: quelli totali erogati nel 2011 sono scesi a 187mila euro (dai circa 350mila dell’anno precedente), a livelli che non si vedevano dal 2001 (per un monte finanziamenti complessivo a 2,12 milioni). Nel dettaglio, hanno tenuto le erogazioni alle persone fisiche a 106mila euro (di cui 43mila euro per microcredito a persone in crisi), mentre sono letteralmente crollati i crediti a persone giuridiche a 80.900 euro (rispetto ai 266mila del 2010), valore anche inferiore al minimo di 81.600 euro del 2001. Un andamento che è indice di come certi segmenti del terzo settore e più in generale del social business siano stremati al punto da non “assorbire” credito. Si veda anche la lista delle situazioni creditorie definite “difficili” nella nota integrativa, quasi tutte scattate dopo il 2008 (e di cui una superiore a 500mila euro).

L’aria difficile sembra ripercuotersi anche nell’andamento del capitale e dei soci. Il 2011 si è chiuso con un capitale sociale di 2,561 milioni, dunque con una leggera flessione rispetto al 2010 (2,578) «determinata – si legge nei documenti – soprattutto dal recesso di un socio che rientrerà nel 2012 con un terzo della quota precedentemente detenuta». In termini di aderenti, emerge un’inclinazione della curva dopo trent’anni di attività, con un numero di soci pari a 1.276. Un calo, viene spiegato, che «dipende dal fatto che per la prima volta sono stati esclusi 30 soci finanziati inadempienti che detenevano ancora la quota socio nel capitale di Mag».

 

A cura di ETicaNews