3 luglio 2013 – «La sostenibilità non è uno strumento di marketing, ma una visione di lungo periodo». Non poteva scegliere un concetto più centrato, Pierluigi Stefanini, presidente di Unipol, per intervenire al convegno “La ricostruzione post terremoto, come ridurre i danni e farne il motore di uno sviluppo sostenibile”. L’incontro, col quale il gruppo bolognese apre il road show per presentare e condividere la tematiche chiave del proprio bilancio sociale (vedi analisi di ETicaNews), si è tenuto a Mirandola, città simbolo del sisma dello scorso anno, le cui ferite sono ancora visibili. Ma che sembra aver posto le basi per uscire dal tunnel in un tempo record, grazie alla visione sostenibile dello sviluppo sociale che le istituzioni, le organizzazioni sindacali e le forze imprenditoriali hanno testimoniato nel corso del convegno, più di una volta con un trasporto emotivo fuori dagli schemi. Una spinta del “sistema territoriale” che ha portato a individuare un modello di governance per la gestione delle calamità, che la Regione Emilia-Romagna, presente nella persona dell’assessore alle Attività produttive Gian Carlo Muzzarelli, si prefigge di rendere uno schema nazionale attraverso la definizione di una legge quadro. In parallelo al quale, Stefanini ha annunciato l’avvio di un tavolo tecnico in sede Ania (Associazione nazionale imprese assicuratrici) per la definizione di un’assicurazione contro le calamità naturali, che abbia matrice pubblico privata, alla stregua di quanto accade a livello internazionale.

Il convegno di Mirandola, nella splendida Villa Fondo Tagliata, è il primo dei quattro appuntamenti #UnipolCsr (gli altri appuntamenti saranno Bari, il prossimo 9 luglio; l’Asinara in Sardegna e Milano in settembre) di cui ETicaNews è media partner, e che prevedono anche la twittercronaca in diretta (vai alla sintesi dei tweet).

LE AZIONI SUL CAMPO

L’incontro di Mirandola ha consentito a Unipol di presentare alcuni numeri del piano di intervento sul territorio del comune modenese: liquidato oltre il 94% dei sinistri a un anno dal sisma, sospeso il pagamento delle rate di circa 3mila finanziamenti, cresciuto del 33% il numero di fornitori del gruppo nell’area. Cui va ad aggiungersi il supporto al progetto di microcredito e alle imprese aderenti all’Elenco di Merito creato dalla regione per le aziende più coerenti con principi etici (legalità e sostenibilità). Il convegno è stato anche l’occasione per annunciare in sede Ania un tavolo di lavoro per «una polizza privatistica contro le calamità – ha spiegato Stefanini – in linea con quanto avviene all’estero». Sul tavolo c’è un progetto che prevede una formula pubblico-privata, attraverso la semi obbligatorietà dell’assicurazione, un approccio mutualistico (nel senso che le aree non a rischio devono contribuire a ridurre i premi per quelle più rischiose) e l’intervento dello Stato nella gestione del modello. «Da parte delle assicurazioni – ha aggiunto il presidente Unipol – è il momento di dare una risposta senza pesare sui costi dello Stato».

UNA VITTORIA DI SISTEMA

Ma il vero messaggio emerso a Mirandola è quello sulla «riscoperta» dei valori e della valenza della sostenibilità che il terremoto ha provocato. «Abbiamo pensato – ha esordito Stefanini – che fosse giusto partire da questo luogo per un road show sulla sostenibilità». Che non è, appunto, uno strumento di marketing, bensì «è la strada che ci rende un elemento sociale nel lungo periodo, anche attraverso un fattore raro: la coerenza». Addirittura, il presidente di Unipol spiega che «lo stesso acquisto di Fonsai è avvenuto per ampliare i nostri contributi di sostenibilità nella società».

Alla sfida di Stefanini hanno risposto con convinzione e orgoglio i protagonisti invitati al tavolo dei relatori. A cominciare dal sindaco di Mirandola Maino Benatti il quale, dopo aver ricordato l’angoscia di un anno prima, ha voluto sottolineare come «il senso di solidarietà e di senso civico sono emersi e divenuti un aiuto alla comunità» facendo di Mirandola «un esempio cui il Paese deve guardare per darsi regole per la ricostruzione». Ancora più chiaro è stato Milo Pacchioni presidente di Assicoop Mo-Fe, secondo cui «il terremoto tirato fuori il meglio di noi e ha concretizzato i nostri principi etici come punti di forza».

Paradossalmente, il terremoto è riuscito a riportare allo scoperto il Dna di queste terre. Quello su cui si è costruita la ricchezza sociale ed economica della regione. «La solidarietà – ha commentato Ivan Malavasi presidente Cna – è stata straordinaria, anche tra imprese concorrenti. Questa non è solo una rinascita. È l’impostazione di un nuovo modello, creato dove c’era un deserto di regole». Infatti, la ricostruzione, è intervenuto Massimo Matteucci presidente Cmc, «è solo un elemento che segue altri momenti chiave», per arrivare al quale serve una grande organizzazione e un modello di governance che funzioni. Per il quale modello, a sua volta, occorrono entusiasmo e grande coesione. L’entusiasmo lo ha testimoniato anche Fabrizio Togni, direttore generale Bper: «L’idea migliore che abbiamo avuto nelle settimane dopo il terremoto è stata di mettere sul sito il progetto ‘Idee x ripartire’. È stato un successo». Vincenzo Colla, segretario generale Cgil Emilia-Romagna ha evidenziato come, sulla spinta della grande coesione dimostrata nel territorio, è stato possibile «arrivare a un modello di governance dell’emergenza che è stato il frutto di un percorso complesso, ma con risultati unici in termini di rispetto della legalità, della sostenibilità, nonché della capacità di fare impresa. Un esempio di welfare state che ha convinto le multinazionali a rimanere. La legge regionale è la base per una norma nazionale».

Anche Marco Santori, presidente Etimos Foundation, già protagonista di un’iniziativa di microcredito nelle aree terremotate dell’Abruzzo, ha evidenziato come «qui si è iniziato subito ricostruire», al punto che «coi volontari – ha detto – sono state elaborate 500 pratiche, di cui già 300 a buon fine, per un totale di 5 milioni, di cui 3 erogati».

C’è stato anche l’allarme lanciato da Lorenzo Frigerio, coordinatore di Libera Informazione, il quale ha invitato a «porre la questione della criminalità, poiché la crisi ha aiutato la crescita dei clan della ‘ndrangheta e della camorra». Ma, anche in questo caso, la forza del territorio, ha aggiunto Frigerio, potrebbe aiutare a difendersi.

Infine, l’accorato intervento dell’assessore Muzzarelli, il quale ha sottolineato come dal 40% di cassintegrati della prima ora, adesso se ne contino appena 2.600, e che, soprattutto, «trovo orgoglio straordinario, inauguro imprese, tanti assumono più di prima». Questo per evidenziare come il sistema-Mirandola si sia messo in moto con tale forza, da aver evidenziato le difficoltà presenti nel meccanismo centrale dello Stato: «Serve una legge nazionale sulle calamità – ha detto Muzzarelli – sennò saremo sempre a Roma col cappello in mano». Anzi, serve di più: «Serve un modello di sostenibilità e legalità».

Ma non qui. Su queste terre, Muzzarelli non ha dubbi: «Ne usciremo più forti e sostenibili di prima».

 

A cura di ETicaNews