24 aprile 2013 – Bruxelles vuole mettere una pietra miliare nella storia della Csr europea, ma al primo tentativo incontra subito l’opposizione dell’industria della prima economia europea, quella tedesca.

Il 16 aprile la Commissione ha fatto una proposta che – se approvata – farebbe fare un salto in avanti alla trasparenza in tema di responsabilità sociale d’impresa: una modifica della normativa vigente in materia di contabilità in base alla quale le imprese con oltre 500 dipendenti avranno l’obbligo di informativa sulle politiche, sui rischi e sui risultati riguardanti le questioni ambientali e sociali e quelle legate al lavoro, al rispetto dei diritti umani, alla lotta contro la corruzione e alla diversità nei consigli di amministrazione. Insomma: una vera trasparenza sulle questioni sociali e ambientali.

«Oggi proponiamo un’importante normativa sulla trasparenza delle imprese in tutti i settori per fornire informazioni utili alle imprese, agli investitori e a tutta la società, come richiesto a gran voce dalla comunità degli investitori – ha dichiarato il commissario per il Mercato interno e i servizi Michel Barnier -. Le imprese che già pubblicano informazioni sui risultati finanziari e non finanziari adottano una prospettiva di più lungo termine nei processi decisionali, sostengono minori costi di finanziamento, attraggono e mantengono personale di talento e hanno più successo. Si tratta di aspetti importanti per la competitività dell’Europa e per la creazione di nuovi posti di lavoro. Occorre che le migliori pratiche diventino la regola».

Le nuove norme si applicano soltanto alle grandi società con più di 500 dipendenti, perché i costi che le piccole e medie imprese dovrebbero sostenere per ottemperare alla nuova normativa probabilmente supererebbero i benefici.

La proposta passa ora all’Europarlamento e al Consiglio europeo ed è in quest’ultima sede che si potrebbero incontrare le resistenze di Berlino: in Germania, hanno manifestato la loro contrarietà già quattro grandi associazioni economiche. Tra queste anche la Bda, cioè la Confindustria tedesca, che parla di oneri irragionevoli. Contrarie anche la federazione tedesca dell’industria (Bdi), l’associazione delle Camere di Commercio e dell’Industria (Dihk) e l’associazione degli artigiani (Zdh).

Secondo il commissario francese Barnier, l’approccio adottato garantisce che gli oneri amministrativi siano ridotti al minimo. Al posto di una vera e propria relazione di “sostenibilità” dettagliata, si pubblicheranno informazioni sintetiche, utili a comprendere l’evoluzione, i risultati e il posizionamento dell’impresa. Se la pubblicazione dei dati relativi a un determinato settore non è rilevante per l’impresa, non ci sarà alcun obbligo di informativa, ma soltanto quello di motivare la scelta. Inoltre, è possibile pubblicare i dati a livello di gruppo, invece che per ogni singola società del gruppo.

La battaglia è aperta.

Fausta Chiesa

 

A cura di ETicaNews