19 luglio 2013 – C’era la fila, di giovani e soprattutto giovanissimi, ben prima dell’inizio dei lavori. Basterebbe forse questo per dire che l’ultima iniziativa lanciata dalla Fondazione Cariplo, presentata in un Centro congressi Cariplo super-affollato (cosa non facile in pieno luglio, a Milano), ha centrato nel segno e potrebbe davvero rappresentare, se non altro emblematicamente, una delle scosse di cui c’è urgente bisogno per ricominciare a pensare al futuro con un po’ di fiducia.

L’idea è: guardare alla cultura, al patrimonio culturale che in Italia, è risaputo, abbonda come in nessun altro Paese al mondo, come a un settore dove si può fare business egregiamente. E dove forse solo il modello imprenditoriale, in un’epoca di contributi pubblici ridotti al lumicino, può aiutare a fare innovazione. A rilanciare, cioè, con modalità e strumenti nuovi l’offerta culturale, creando occupazione e dando occasione specie ai giovani di talento di esprimere tutto il loro potenziale. E di rinunciare, magari, all’idea di andare a farlo all’estero, come purtroppo sono quasi costretti invece a fare in sempre maggior numero.

L’iniziativa si chiama Mr. Ic, da “innovazione culturale”. Rientra in un un accordo di collaborazione tra Fondazione Cariplo e Regione Lombardia per la sperimentazione di iniziative di promozione, sviluppo e sostegno delle imprese culturali e creative, che ha già avviato alcune linee d’azione e prodotto i primi risultati. Mr. Ic si sostanzia in un bando per la raccolta di idee geniali e creative – un contest, detto con termine più alla moda – per la valorizzazione di beni e attività culturali a partire dai quali avviare nuove attività imprenditoriali, quindi sostenibili economicamente senza la necessità di iniezioni di risorse a fondo perduto e con la capacità di sviluppare un’offerta di beni e servizi che sappia stare sul mercato. Un bando, inoltre, che per la prima volta non è rivolto a organizzazioni del mondo non profit bensì a singole persone (residenti o domiciliate in Lombardia o nelle province di Novara e del Verbano-Cusio-Ossola) e anche per questo, per riuscire ad arrivare e a coinvolgere direttamente le persone, verrà veicolato soprattutto sul web e sui social network.

Il bando si propone dunque di «ispirare progettualità in campo culturale e investire nella creatività giovanile», ha detto in occasione della presentazione Mario Romano Negri, della Commissione centrale di beneficenza di Fondazione Cariplo, nella convinzione che «l’imprenditoria culturale sia una prospettiva fortemente stimolante per i giovani». Del resto la fondazione meneghina da anni ha iniziato a investire parecchio in questo specifico ambito, con un primo bando emesso nel 2008, e con progetti per svariati milioni di euro già finanziati che coniugano cultura e imprenditorialità, cittadinanza, sviluppo e valorizzazione del patrimonio culturale.

I criteri di valutazione con cui verranno selezionate le migliori idee fanno riferimento tra l’altro a: l’originalità, l’impatto, l’utilità dell’idea per il sistema culturale, la percorribilità dell’ipotesi di sviluppo, la replicabilità dell’idea su larga scala a livello nazionale e internazionale. Dimensione chiave, quest’ultima, che insieme alla scalabilità ritorna praticamente sempre quando si parla di start-up e innovazione.

Allo sviluppo del progetto collaborano i partner Make a Cube, incubatore di imprese sostenibili, che si occuperà dell’accompagnamento imprenditoriale delle migliori idee innovative, e la torinese Fondazione Fitzcarraldo, centro per la ricerca e formazione sul management per la cultura, che diffonderà la conoscenza dell’iniziativa e si attiverà per coinvolgere le istituzioni culturali.

L’iter del bando prevede che le idee di innovazione culturale vengano presentate entro il 31 ottobre (il dettaglio delle modalità di partecipazione, che va effettuata online, si trovano sul sito della Fondazione Cariplo come pure su quello di Regione Lombardia). Ci sarà un primo gruppo di idee selezionate, che avranno l’occasione il prossimo inverno di effettuare un colloquio e di presentarsi pubblicamente. Un’ulteriore selezione porterà all’individuazione dei progetti che potranno partecipare alla fase di accompagnamento, che si concluderà nella primavera del prossimo anno con lo sviluppo di progetti imprenditoriali pronti per essere realizzati.

Successivamente si valuterà come sostenere finanziariamente i progetti che saranno risultati più convincenti. Al riguardo Sabrina Sammuri, direttore generale DG Culture, Identità e Autonomie di Regione Lombardia, ha accennato al fatto che sono allo studio strumenti e modalità di sostegno diversi dalle politiche classiche per le start-up culturali e creative. Un comparto su cui Regione Lombardia ha posto da tempo l’attenzione nella convinzione che costituisca un importante bacino di sbocco professionale per i giovani.

I giochi sono aperti, dunque. Chi ritiene di avere una buona idea si faccia avanti. Ma attenzione, perché l’idea da sola non basta, occorre anche la capacità di realizzarla e di assumersi i rischi conseguenti. «L’innovazione è un processo – ha detto Gianluca Dettori di dPixel, società di venture capital che va a caccia di “early stage startups that want to change the world” -, è un’idea che si trasforma in qualcosa di tangibile. Oltre all’idea, ciò che conta è soprattutto come la si sviluppa».

In tutto questo c’è però anche una certezza: che l’Italia non lo valorizzi adeguatamente è sotto gli occhi di tutti, ma non c’è dubbio che quando si parla di cultura e patrimonio culturale partiamo in vantaggio, e non di poco, rispetto a chiunque altro. «In questo campo – ha sottolineato Dettori – abbiamo i fattori della produzione migliori al mondo, un patrimonio di sentire che ci viene riconosciuto in tutto il mondo: non ci sono cinesi che tengano». Quando si parla di fiducia, è giusto esserne consapevoli.

Andrea Di Turi

 

A cura di ETicaNews