Bolzano, 14 settembre 2012 – Facciate intelligenti, mobilità sostenibile, combustibili a basso impatto ambientale. Fino a ieri bastava l’elenco per dare l’idea del cambiamento in atto. Oggi, proprio perché la green economy è diventata ormai parte del meccanismo produttivo delle aziende più dinamiche e all’avanguardia, la sfida si gioca sui contenuti, sulla capacità di offrire filiere più efficienti, sistemi più legati al territorio, obiettivi di più lungo periodo.
Bolzano prova a inserirsi nella competizione con la prima edizione del Festival dell’innovazione, in programma dal 27 al 29 settembre. La lista delle proposte è onnivora, va dal pellet per il recupero della biomassa ail ‘ educazione ambientale, dalla produzione di grano all’hi tech. Con alcune linee di ricerca che puntano a colmare vuoti particolarmente vistosi. Il primo riguarda gli edifici. Stefano Prosseda, che si occupa di questo settore per il Parco innovazione della Provincia di Bolzano, indica due vie da seguire. La prima è un recupero: il legno, un materiale della tradizione dimenticato nella lunga stagione dell’ubriacatura da cemento. Adesso che si comincia a far di conto mettendo assieme i dati energetici e sanitari legati all’abuso di vetro, cemento e inevitabili condizionatori d’aria, le proprietà bioclimatiche del legno tornano ad emergere, così come la sua capacità di tenuta. E cresce la tendenza a utilizzarlo sia come materiale di base sia come elemento integrativo. La seconda via per l’edilizia è quella delle facciate intelligenti, un aggettivo di cui si av- verte la necessità dopo decenni di sperperi urbanistici ed architettonici. Visto che la maggior parte degli edifici costruiti dal dopoguerra in poi è un colabrodo energetico nasce l’esigenza di utilizzarle anche per un recupero degli errori passati. In che modo? Una possibilità è quella di creare una facciata prefabbricata che aderisca all’originale come una seconda pelle, una nuova epidermide protettiva dal punto di vista degli scambi termici e capace di aggiungere, attraverso l’uso di fonti rinnovabili, una quantità di energia che sia potenzialmente in grado di rendere gli edifici autosufficienti. Un obiettivo straordinariamente importante se si pensa che il 40% dei consumi energetici totali sono determinati dagli edifici.
di Antonio Cianciullo – La Repubblica
Una città con l’etichetta verde alla conquista di un primato
Bolzano, 14 settembre 2012 – Pannelli solari sui tetti dei masi alpini a 2 mila metri di quota, paesini di montagna (case bianche raccolte attorno a un campanile) riscaldati da un’unica centrale alimentata a… legna. L’Alto Adige è (anche) questo: tradizioni centenarie e nuove tecnologie. I numeri parlano da soli: 386 metri quadrati di pannelli solari termici ogni 1.000 abitanti (la media nazionale è 27, quella europea 57 metri quadrati) tanto che nella provincia più settentrionale d’Italia (dove in alcune valli il termometro d’inverno raggiunge temperature polari) il 15 per cento dell’acqua calda viene prodotta grazie al sole e la produzione di anidride carbonica pro capite è inferiore alla media nazionale, cioè 5 tonnellate all’anno per abitante, con l’obiettivo di scendere a 1,5 nel 2050 secondo una tabella di marcia stabilita dalla giunta provinciale. Saranno le prossime due generazioni a stabilire se la provincia di Bolzano raggiungerà i traguardi che si è data.
di Andrea Selva – La Repubblica