9 dicembre 2013 – Un’alleanza a tutto biogas per rilanciare l’efficienza energetica. Il cammino (accidentato) della cogenerazione in Italia ricomincia da qui, dall’unione delle principali associazioni di categoria in rappresentanza di oltre 500 imprese che operano nella produzione di energia a ciclo combinato. A fare fronte comune ci sono Cib (Comitato italiano biogas e gassificazione), Cogena (Associazione italiana per la promozione della cogenerazione), e Italcogen (Associazione dei produttori e distributori di impianti di cogenerazione) da qualche settimana sotto le insegne del Comitato per la cogenerazione in Italia. L’intesa arriva dopo anni a dir poco tribolati per i sostenitori dell’energia elettrica e termica prodotta da un solo impianto. Anche sul fronte normativo e degli incentivi per l’energia rinnovabile, la cogenerazione è rimasta una cenerentola nel club delle clean energy, a lungo fuori dal giro dei vari Conti Energia. Almeno fino all’inizio di quest’anno, quando il ministero dello Sviluppo economico ha dato il via libera agli incentivi dei certificati bianchi per i chi produce energia combinata ad alto rendimento, termica ed elettrica, a partire da motori a gas o biogas.

«Sono stati mossi i primi passi di un cammino — ha detto Silvio Rudy Stella presidente di Italcogen—per la promozione della cogenerazione distribuita, che ha un ruolo importante nel panorama energetico nazionale come traino per gli investimenti e l’uscita dalla crisi. Si tratta infatti di energia che costa meno, attrae investimenti e crea occupazione professionale».

Gli impianti di cogenerazione, a gas naturale, biogas e biomasse, installati in Italia (dati 2012) si aggirano sui 10 mila MW, ma il vero potenziale è doppio, assicurano gli esperti. Inoltre, secondo un recente studio condotto dall’Eea, l’Agenzia europea per l’ambiente, nel 2020 l’Italia sarà uno dei paesi europei più ricchi di bioenergia, insieme a Francia, Germania, Spagna, Polonia e Romania.

Leggi l’articolo di Affari & Finanza del 09/12/2013