Il Parlamento Europeo ha approvato un nuovo disegno di legge per fissare un limite alla produzione di biocarburanti e per accelerare il passaggio a fonti alternative. L’utilizzo di terreni agricoli per la produzione di biocarburanti riduce la superficie disponibile per le colture alimentari, aumenta la deforestazione e incrementa le emissioni di gas serra. L’Unione Europea punta proprio a ridurre le emissioni di gas serra, derivanti dal crescente utilizzo di terreni agricoli per le colture impiegate per la produzione di biocarburanti. Entro 18 mesi dall’entrata in vigore della direttiva Ue, gli Stati membri dovranno fissare, un obiettivo nazionale per la quota di biocarburanti di seconda generazione.

Per biocarburanti di seconda generazione si intende l’uso, come materia prima, di substrati generalmente non utilizzabili a fini alimentari (ad esempio, materiali lignocellulosici e oli non commestibili) o prodotti in aree diverse da quelle tradizionalmente destinate alle produzioni agricole convenzionali. Tra i biocarburanti di seconda generazione, troviamo quelli derivati da alcuni tipi di rifiuti, di residui e da nuove fonti come le alghe, nel consumo totale nel settore dei trasporti. Gli Stati membri devono applicare la normativa entro il 2017.