5 luglio 2013 – Investire nelle banche italiane in base alla loro virtuosità nel rispetto dei princìpi internazionali volontari della corporate governance? Da lunedì prossimo si può. E’ nato, infatti, lo Standard Ethics Italian Banks Index, dedicato a quella parte della Csr che riguarda il governo d’impresa stilato dall’agenzia di rating di sostenibilità indipendente.

Il suo scopo è di misurare, nel tempo, il gradimento del mercato azionario rispetto ai principi e alle indicazioni volontarie provenienti dall’Ocse, dall’Unione Europea e dalla Nazioni Unite in materia di corporate governance per le banche, tralasciando altri aspetti della responsabilità sociale d’impresa riferibili alle questioni socio-ambientali e alla concorrenza.

I componenti sono le banche quotate su Borsa italiana, che attualmente sono 24, ma l’indice non comprende la Popolare di Spoleto che è commissariata. Il livello di adesione (compliance), o meno, a tali indicazioni è la misura alla base del ranking dei componenti e quindi della proporzionale importanza all’interno dell’Indice. In base al punteggio complessivo ottenuto, Standard Ethics ha ricavato il peso di ogni banca per comporre un indice, che partirà l’8 luglio e farà da benchmark per chi vuole investire nelle banche in base al loro allineamento ai princìpi volontari di governance.

Tre le aree analizzate per determinare il peso dei componenti: la gestione della proprietà che riguarderà il peso del mercato e l’equo trattamento dei soci; la gestione dell’amministrazione che riguarderà l’indipendenza del consiglio di amministrazione, la trasparenza e i controlli e infine la gestione della comunicazione e rendicontazione (sempre volontaria) che riguarderà, in questo caso, la rendicontazione ordinaria e le comunicazioni straordinarie degli eventi negativi, delle difformità, o rischi emergenti. In totale sono utilizzati 11 indicatori, che prevedono nel complesso 70 esiti o variabili.

Unicredit, Intesa Sanpaolo e la Popolare dell’Emilia Romagna sono le banche italiane che in base all’indice risultano allinearsi maggiormente ai princìpi internazionali volontari, mentre il Banco di Sardegna è il fanalino di cosa di tutte e tre le classifiche. Tra i “nomi”, Mediolanum è l’istituto che si posiziona nella parte più bassa dell’indice e dei ranking.

Le Popolari, in generale, sono le banche che presentano meno rischi di conflitto di interessi e infatti sono in testa alla classifica del miglior assetto proprietario. Big come Unicredit, Bpm e Intesa Sanpaolo primeggiano nella valutazione dell’assetto amministrativo e ancora Unicredit, Intesa assieme a Ubi presentano il miglior assetto nella valutazione dei rischi.

Tra le piccole, da notare Banca Ifis, che sul piano della comunicazione dei rischi è la migliore.

 

A cura di ETicaNews