22 ottobre 2012 – Nelle città – o in generale nei grandi agglomerati urbani – vive e vivrà una fascia sempre maggiore di popolazione. E nelle città che si concentrano e si concentreranno le principali problematiche di “convivenza efficiente”, di inclusione sociale, di mobilità sostenibile, di qualità della vita in generale. È per queste considerazioni di massima che divengono sempre più numerose le politiche di intervento pubblico per favorire la ricerca e l’implementazione di soluzioni ai principali problemi collettivi che si addensano “su scala metropolitana”. Il modello di riferimento è quello delle “Smart Communities”, delle città intelligenti che, declinato in altro modo, è quello finalizzato a dare soluzione a problemi di scala urbana, metropolitana e più in generale – territoriale tramite un insieme di tecnologie, applicazioni, modelli di integrazione e inclusione.

Nell’ambito appena delineato si concentra anche una parte consistente di incentivi finanziari (comunitari e nazionali) alla ricerca. Al momento, è aperto un bando nazionale, emanato dal ministero della Ricerca con Decreto Direttoriale 5 luglio 2012 n. 391/Ric. Due sono le linee di intervento, con scadenze differenziate per la presentazione delle proposte: 9 novembre 2012, per la presentazione delle “Idee progettuali”; 7 dicembre 2012 per la presentazione dei “Progetti di innovazione sociale”. Sul piatto ci sono 655,5 milioni di euro (di cui 170 sotto forma di contributo nella spesa e 485,5 per il credito agevolato) per proposte implementabili sull’intero territorio nazionale. Numerosi gli ambiti su cui sviluppare le proposte.

Ovviamente, in essi non si esauriscono tutti i potenziali problemi metropolitani dell’oggi e del domani, ma una precisa definizione del raggio d’azione degli incentivi era comunque necessaria. Una parte dei fondi a disposizione – pari a 25 milioni di euro – è stanziata per i Progetti di Innovazione Sociale che potranno essere presentati esclusivamente da giovani di età non superiore ai 30 anni. Le proposte di ricerca – sia nella prima fase di individuazione generale che in quella di progettazione esecutiva – devono essere elaborati obbligatoriamente in lingua italiana e in lingua inglese e devono fare riferimento a uno solo degli ambiti ammissibili, considerato quale settore di riferimento applicativo prioritario. È prevista una valutazione premiale per quei progetti che presentano soluzioni tecnologiche aperte e interoperabili in grado di avere un impatto su più di uno dei comparti individuati. I progetti candidati agli aiuti dovranno contemplare attività di ricerca industriale e di sviluppo sperimentale (quest’ultima non preponderante) finalizzate a nuovi prodotti, processi, servizi, contribuendo anche a far crescere un capitale umano specializzato nell’economia dei servizi, al fine di innescare meccanismi di “crescita intelligente”.

di Amedeo Sacrestano – Il Sole 24 Ore

 

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