22 ottobre 2012 – Condensare la summa in tema di Csr in un unico documento. Una sorta di “bibbia” sulla corporate social responsability, che conterrà tutti i principali comandamenti che le imprese dovrebbero seguire se vogliono dirsi socialmente responsabili. La sta scrivendo il Parlamento europeo, che verso la primavera dell’anno prossimo adotterà una risoluzione, la bibbia appunto.
Quella che in Europa è definita “Rsi” (responsabilità sociale d’impresa) è diventata uno dei pilastri nell’ambito della strategia Europa 2020. La Commissione ha visto la necessità di avere un quadro di regole più omogeneo e il Parlamento europeo se ne è fatto carico. A che punto è arrivato? Si è chiuso il processo di consultazione con esperti e stakeholder, avviato dai due eurodeputati “rapporteur”: Raffaele Baldassarre con la Commissione giuridica (Csr: accountable, transparent and responsible business behaviour and sustainable growth) e Richard Howitt con la Commissione Occupazione e affari sociali (Csr: promoting society’s interest and a route to sustainable and inclusive recovery), che ha coinvolto Fondazione Sodalitas. Anche le imprese hanno avuto la possibilità di dire la loro per identificare le sfide della Csr.
«A novembre presenterò la relazione davanti al Parlamento europeo», dice a ETicaNews Baldassarre, europarlamentare dal 2009 appartenente al gruppo democratico cristiano (Ppe), avvocato esperto di diritto del lavoro e della previdenza sociale e per dieci anni consulente per la Cisl. «Ci siamo orientati in base ai pronunciamenti dell’Ilo e dell’Ocse, delle dichiarazioni dei 27 Stati membri e su una serie di documenti che fanno riferimento e principi che le imprese devono avere. Abbiamo raccolto esperienze di grandi aziende che hanno un’attività orientata alla responsabilità sociale. All’hearing, che si è svolto l’1 di ottobre con oltre 13 interventi di importanti imprese europee, per l’Italia ha partecipato Enel, ma c’erano anche Pmi, organizzazioni di consumatori e sindacati». Proprio le piccole e medie imprese sono il target della politica dell’Unione europea. Se, infatti, la Csr è generalmente diffusa nelle multinazionali e nelle grandi imprese, «le Pmi – dice Baldassarre – non sanno di avere una funzione sociale importante».
Dalla trasparenza dei bilanci al rapporto con i consumatori e gli azionisti e anche con dipendenti e collaboratori. Dalla sensibilità ambientale, alle questioni sociali e ai diritti umani. Fino alla funzione sul territorio. Sono questi i temi che il Parlamento europeo toccherà. «Allo scopo – precisa Baldassarre – non di aggiungere un’altra normativa o ulteriori oneri burocratici, ma per fare da stimolo, sollecitare e sensibilizzare le imprese a svolgere una funzione sociale. Sono convinto che il principio basilare per lo sviluppo della Rsi sia quello della volontarietà. Solo un approccio volontario può, infatti, permettere alle imprese di mettere in atto, sulla base delle specifiche capacità, il cambiamento di paradigma economico necessario per realizzare l’idea di sviluppo sostenibile».
Fausta Chiesa
A cura di ETicaNews