26 gennaio 2013 – La sostenibilità ambientale entra in banca. O almeno dovrebbe farlo presto. L’Abi ha in mente un progetto per conferire maggior peso agli indicatori ambientali, sociali e di governance nei processi di valutazione del merito creditizio. Finora questi parametri hanno rivestito il ruolo d’informazioni di contorno, legati ad aspetti di carattere qualitativo, dando vita al massimo ad aggiustamenti e piccole modifiche, senza influire in maniera rilevante le decisioni finali. Eppure un’evoluzione di questo tipo, secondo gli esperti del settore, avrebbe un impatto positivo sotto il profilo delle sofferenze future. Eppure per il compimento di questa rivoluzione copernicana servirà ancora del tempo.

Intanto però le banche hanno iniziato a muoversi per conto loro: «Abbiamo messo a punto delle policy settoriali che durante lo screening ci consentono di andare più in profondità», spiega Ludovica Larderà, head of Group sustainability di Unicredit, «e stiamo anche conducendo degli studi per individuare una correlazione tra i rischi ambientali e le probabilità di default di un’azienda».

di Francesco Bisozzi – Milano Finanza

 

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