7 maggio 2013 – Piazza Affari non è ancora una wikiBorsa. Ma registra comunque un aumento della partecipazione alle assemblee delle società quotate. Il dato emerge dalla relazione annuale della Consob presentata ieri nella sede del listino milanese. «Nel 2012 – scrive l’Autority di vigilanza sui mercati – si osserva un significativo incremento del numero dei partecipanti, che ha raggiunto un valore medio di 160, e un leggero decremento degli investitori istituzionali (73 contro 86 dell’anno precedente)». I partecipanti sono arrivati a 5.240 nei casi di maggiore partecipazione, di cui 1.248 istituzionali.

La partecipazione alle assemblee da parte dei soci di minoranza è uno dei temi su cui c’è maggiore attenzione. E su cui c’è stato un evidente impegno da parte del legislatore. Un passaggio importante sono state le modifiche introdotte dal d.lgs. n. 27/2010 di attuazione della direttiva 2007/36/CE2, sull’organizzazione e sul funzionamento delle assemblee nell’ottica di valorizzarle come importante momento di confronto con il management delle società. In particolare sono state semplificate le modalità di partecipazione alle assemblee con l’introduzione della record date che consente di partecipare e votare a chi è socio nel settimo giorno di mercato aperto precedente l’assemblea.

UN INDICE DI WIKIBORSA
E in Consob il cantiere minorities è in piena attività. La Commissione, tramite la nuova divisione Corporate governace, ha messo in atto tutta una serie di iniziative di monitoraggio a tutela e a favore delle minorities: dalle Opa alle parti correlate, dagli amministratori indipendenti alle liste di minoranza. Tanto che, secondo quanto risulta a Eticanews, la Consob sulla base di questi monitoraggi sta ragionando sulla possibilità di introdurre un indice sintetico che misuri il grado di apertura delle società alle minorities.

OPA DA TENERE D’OCCHIO
«Particolare attenzione – ha spiegato il presidente dell’Autority Giuseppe Vegas – è stata posta alla valutazione delle offerte pubbliche di acquisto promosse nel corso del 2012. La maggior parte di esse è stata realizzata da azionisti della società oggetto di offerta. Ne è emersa l’esigenza di rafforzare le garanzie a tutela degli azionisti di minoranza. Analoga attenzione stata rivolta a verificare se fossero reali le finalità di salvataggio delle imprese nelle quali la cessione di pacchetti azionari di controllo non è stata accompagnata da un’Opa». Vegas ha parlato di fronte ai maggiori esponenti della finanza italiana, gli stessi che muovono le leve delle grandi operazioni sui listini, da Salini protagonista dell’Opa su Impregilo, a Carlo Cimbri alla guida di Unipol, protagonista del “salvataggio” Fonsai.

I COMMISSARI TRA I SOCI
Va vanti, inoltre, la partecipazione dei funzionari dell’Istituto in qualità di uditori alle assemblee delle società quotate chiamate a deliberare su temi particolarmente complessi. Il piano di monitoraggio ha previsto il presidio di circa 30 assemblee l’anno, selezionate sulla base della valutazione della criticità delle situazioni societarie (operazioni di finanza straorfdinaria, variazioni statutarie, liste controverse, nomine, etc… ). «Oltre a esercitare una funzione di deterrenza, ciò permette di raccogliere in diretta elementi informativi sullo svolgimento dei lavori, anche per orientare con tempestività la successiva azione di vigilanza», ha rilevato Vegas.

SUCCESSIONI SENZA VISIBILITÀ
Tra le pieghe della corposa relazione da oltre 300 pagine non manca poi una tirata d’orecchie alle società in tema di organi societari: solo 7 società (su 253 quotate) dichiarano di aver predisposto dei piani di successione (5 riguardano gli amministratori e 2 esclusivamente i dirigenti) snobbando una chiara indicazione della Consob. Se è vero che la predisposizione di piani per la successione per gli amministratori esecutivi non era raccomandata dal Codice di autodisciplina preso a riferimento dalle relazioni di governo societario dell’esercizio 2011, tuttavia, precisa la relazione, «la Consob aveva sottolineato la rilevanza del tema intervenendo con una comunicazione di carattere temporaneo in cui richiedeva alle società di fornire nella relazione sul governo societario e gli assetti proprietari informazioni sull’esistenza di piani di successione». Così l’Autority ci riprova e precisa che «nella nuova versione del Codice si raccomanda che il consiglio di amministrazione valuti se adottare un piano per la successione degli amministratori esecutivi e che, in caso di adozione, l’emittente ne dia informativa nella relazione sul governo societario».

Elena Bonanni

 

A cura di ETicaNews