23 settembre 2013 – Il noto meeting alpino di Davos rappresenta, ormai da 40 anni, un punto di riferimento per tutto il pianeta. Riunisce, in una cornice (spesso, fin troppo) esclusiva le principali personalità socio-economico-politiche del pianeta al fine di promuovere confronti sulle questioni più urgenti che il mondo si trova ad affrontare, anche in materia di salute e di ambiente. Ecco perché rappresenta un segnale dalla portata storica per tutto il mondo della finanza Sri la notizia che il World Economic Forum, la fondazione senza fini di lucro che organizza l’evento di Davos, ha lanciato un rapporto esclusivamente focalizzato sull’impact investment. Lo studio, intitolato From the Margins to the Mainstream: Assessment of the Impact Investment Sector and Opportunities to Engage Mainstream Investors (Dai margini al centro: una valutazione del settore degli investimenti ad impatto sociale e delle opportunità di attrarre investitori tradizionali), offre una valutazione del mercato Sri e fornisce consigli su come gli investitori tradizionali possono impegnarsi più attivamente negli investimenti a impatto sociale superando i fattori che limitano l’accelerazione del capitale in questo campo.

Secondo il rapporto, oggi sono impegnato in investimenti a impatto sociale meno di 40 miliardi di dollari a fronte di capitali investiti nel mondo per migliaia di miliardi. Gli spazi di crescita sono enormi ma per espandersi, secondo le stime del Forum economico mondiale, il settore dell’impact investment avrebbe bisogno di crescere in modo aggressivo se vuole effettivamente raggiungere un’ottimistica proiezione di mercato al 2020 di oltre 500 miliardi di dollari. In realtà le premesse per questo scatto in avanti ci sono tutte. Già l’80% dei gestori dei fondi pensione statunitensi hanno familiarità con l’investimento Sri. Peccato che solo il 9% ritiene che si tratti di un approccio di investimento fondamentale in questo momento. Comunque sia, l’espansione sembra ormai essere un processo irreversibile. Contrariamente alla percezione generale dei gestori non specializzati nello Sri, il 79% degli investitori attenti all’impact investment stanno già incassando rendimenti che non sono certo secondi a quello dei mercati in generali. Anzi.

E a muovere i capitale verso gli investimenti Sri è anche una questione anagrafica e storica. Chris Harvey, amministratore delegato di Global Financial Services di Deloitte, società che ha preparato il report insieme al Wef, spiega: «L’industria del risparmio gestito sta prendendo sempre più coscienza che l’impact investment è fondamentale nei propri portafogli a fronte di un contesto normativo che spinge i fondi verso una crescente attenzione a rispettare e soprattutto a rispondere ai bisogni fondamentali della società. In particolare dovrebbero essere ereditati dalla nuova generazione che sta crescendo ora, migliaia di miliardi nel corso dei prossimi 50 anni, E questa generazione dimostra di ritenere che le aziende dovrebbero avere un ruolo cruciale nella creazione di una società migliore». Cosa possibile da raggiungere tramite gli investimenti attenti all’impatto sociale.

Ma come farlo? Il rapporto fornisce delle indicazioni a tutte le categorie di attori interessati. Il Wef invita i fondi che vogliono fare impact investment a essere trasparenti circa i ritorni finanziari che vengono generati. Alle aziende è suggerito di misurare e documentare l’impatto sociale e ambientale in modo proattivo. Ma anche i governi sono chiamati in causa nel rapporto. Devono infatti fornire agevolazioni fiscali per gli investimenti, almeno nella fase iniziale, in cui si crea beneficio pubblico Infine alla organizzazioni filantropiche viene richiesto di impegnare i loro capitali in investimenti di impatto e non solo alle assegnazioni programmatiche.

Il World economic forum evidenzia anche alcuni esempi di successo. Uno di questi è Vital Capital, uno dei fondi di private equity per investimenti a impatto sociale più grandi al mondo, che è attivo direttamente sul campo in tutta l’Africa subsahariana con la sua pionieristica struttura organizzativa che dispone di team diversi per l’impatto sociale e l’analisi finanziaria. Una medaglia di grande valore per Vital Capital considerato che il rapporto del Wef riassume interviste e conversazioni con oltre 150 investitori ad impatto sociale nel mondo, tra cui pesi massimi della finanza come Credit Suisse, Deutsche Bank, Goldman Sachs, JP Morgan, Morgan Stanley, Omidyar Network, UBS e Zurich Insurance nonché istituti di ricerca, come Duke University, Harvard University, Pacific Community Ventures Rockefeller Foundation e The Global Impact Investing Network.

Fabrizio Guidoni

 

A cura di ETicaNews