23 aprile 2013 – Sui principali organi di informazione la notizia è passata in sordina ma la rete, come spesso accade, ha saputo esaltarne l’importanza: è nato a Firenze il “Forum per una nuova finanza pubblica e sociale”, grazie a un’assemblea partecipata da realtà provenienti da tutta Italia. Il fine? Lavorare in tutto il Paese affinché la finanza pubblica torni ad essere al servizio dei bisogni dei cittadini e delle cittadine e non una mera leva speculativa per i poteri economici. L’assemblea ha approvato in particolare due percorsi paralleli per arrivare in breve tempo a definire due leggi di iniziativa popolare. La prima sulla socializzazione e ripubblicizzazione della Cassa Depositi e Prestiti, la seconda sull’auditoria popolare e indipendente dei bilanci pubblici.

Ed è la prima ad attirare molta attenzione, partendo dalla volontà di perseguire la fuoriuscita delle fondazioni bancarie dalla sua Governance. Tramite www.perunanuovafinanzapubblica.it è anche disponibile un video in cui Marco Bersani riporta in plenaria gli elementi principali emersi durante il gruppo di lavoro su Cassa Depositi e Prestiti.

Come racconta A Sud, “la Cdp è un’ente incaricato di gestire i risparmi degli italiani che detengono un conto corrente presso le Poste. L’istituto, pubblico sin dal 1860, anno della sua nascita, è diventato un istituto di diritto privato nel 2003, cedendo a fondazioni bancarie circa il 30% del suo valore ed iniziando a rispondere esclusivamente alle leggi del mercato. Di fatto, in seguito alla privatizzazione, la Cdp ha investito sui mercati finanziari smettendo di concedere finanziamenti a tasso agevolato agli enti locali e diventando sempre più simile ad un istituto di credito. Ripubblicizzarlo servirebbe a decidere collettivamente e con trasparenza dove vanno investiti i risparmi di una vasta parte della popolazione italiana e a far luce sui bilanci dei Comuni, affossati dai derivati e dai debiti all’insaputa dei cittadini, che invece potrebbero essere risanati attraverso le risorse gestite dalla Cdp”.

Oltre al tema della Cdp, il Forum ha sviluppato altri punti di programma e le sue priorità per far tornare l’economia al servizio del cittadino. Innanzi tutto vuole l’istituzione di una commissione di indagine sul debito pubblico che analizzi la quota parte di quest’ultimo creatasi “illegittimamente” allo scopo di congelare gli interessi fintanto che non si sia studiato, assieme agli altri Paesi coinvolti nella crisi del debito, un piano per la sua ristrutturazione. Inoltre propone un aumento della tassa sulle rendite finanziarie dal 21% al 40% in modo da poter alleggerire il carico fiscale che grava sulle famiglie, vessate da Irpef, Irap e Imu e allo stesso tempo colpire quelli ritenuti i reali responsabili della crisi economica. Ma non è tutto. Vuole fare recepire mediante decreto legge la Legge di Iniziativa popolare del Forum Italiano dei Movimenti per l’Acqua e dunque rivendicare lo storico risultato referendario ottenutosi il 12 e 13 giugno 2011, necessario per la riacquisizione delle quote azionarie in possesso di privati in IREN, A2A, HERA, ACEA. Infine punta all’immediata revisione della Tassa sulle transazioni finanziarie (la cosiddetta Tobin tax) nella versione Monti/Grilli allo scopo di includervi anche i prodotti derivati, quelli potenzialmente tossici finora esclusi dai salvatori “tecnici”.

Il “Forum per una finanza pubblica e sociale” adotterà uno stile di lavoro aperto e inclusivo, e metterà insieme il livello locale a quello nazionale; le tante vertenze locali (acqua, beni comuni, grandi opere, difesa del territorio, occupazioni, lavoro, sanitá, ecc) disporranno così di competenze e strumenti condivisi e saranno motore delle iniziative nazionali.

La prima uscita pubblica del Forum è prevista per il 16, 17 e 18 maggio quando in tutta Italia si terranno iniziative di informazione e sensibilizzazione sui temi della finanza pubblica.

 

A cura di ETicaNews