19 febbraio 2013 – Il Rosso Valentino? È verde, parola di Greenpeace. La Maison italiana è infatti l’unica promossa dall’organizzazione ambientalista e vince la sfida lanciata dalla Ong alle case d’alta moda. Si chiama, appunto, “the fashion duel” la nuova campagna di Greenpeace per una moda più sostenibile e rispettosa dell’ambiente. In sostanza, con più Csr “verde”. L’iniziativa è stata presentata in Italia lo scorso 7 febbraio e ha già raccolto un vasto supporto tra i cittadini.

Gli altri brand? A Gucci, Prada, D&G, Chanel e Hermes, che a suo tempo avevano evitato di rispondere, Greenpeace ha già recapitato un monito durante la settimana della moda Newyorkese. Il guanto di sfida – rigorosamente verde – è stato lanciato a quindici brand di moda italiani e francesi. Questionario the fashion duel per scoprire che cosa fanno le griffe per non rendersi responsabili della deforestazione e dell’inquinamento delle risorse idriche mondiali. «Marchi come Chanel, Prada e Dolce & Gabbana sono nomi riconosciuti a livello mondiale e da oggi hanno l’opportunità di dettare il vero nuovo trend del settore: tutelare il nostro Pianeta. – afferma Chiara Campione, responsabile del progetto The Fashion Duel di Greenpeace Italia – A questi brand chiediamo di impegnarsi da subito per eliminare le sostanze chimiche pericolose dalla loro filiera produttiva e mettere in atto delle misure concrete per evitare il rischio di contaminazione da fenomeni come la deforestazione».

Il questionario ha perciò indagato tre questioni fondamentali, per scoprire quanto le case di moda ne fossero coinvolte: 1) La produzione della pelle in Amazonia. In quei luoghi, infatti, l’industria del bestiame occupa il 62% delle aree deforestate, contribuendo al cambiamento climatico e causando effetti negativi sulle popolazioni indigene. 2) La deforestazione Indonesiana. Da tempo Greenpeace combatte contro la deforestazione Indonesiana, causata anche dai comportamenti irresponsabili di alcuni fornitori delle maggiori multinazionali. In questo caso parte delle confezioni utilizzate per il packaging è ricavato dalla distruzione di queste zone verdi, abbattendo, così, l’habitat naturale di molte specie animali, tra cui la tigre di Sumatra. 3) Le sostanze tossiche. I prodotti nocivi utilizzati nelle filiere produttive sono infatti causa di un doppio inquinamento: oltre a contaminare le falde acquifere dei paesi in cui la filiera produce, queste sostante vengono rilasciate anche nell’acqua di lavaggio una volta comprate, rendendo così i cittadini colpevoli dell’inquinamento del territorio. Greenpeace ha perciò richiesto ai brand di sottoscrivere gli impegni della campagna: “Detox your future”, di cui ETicaNews ha già raccontato.

Il risultato della sfida è riassunto classifica the fashion duel: primo si classifica Valentino, unico brand a impegnarsi per raggiungere gli obiettivi Deforestazione Zero e Scarichi Zero nelle propria produzione definiti dalla ONG. Bocciati Armani, Dior, Gucci, Luis Vuitton, Zegna, Versace e Ferragamo che pur avendo raggiunto alcuni obiettivi non risultano sufficienti in tutti e tre i punti. Cavalli, invece, fallisce nel raggiungere ognuno dei tre traguardi, mentre Prada, D&G, Chanel, Hermes, Ferretti e Trussardi, pur sollecitati, hanno evitato di rispondere.

La campagna ha già visto l’adesione di oltre 16’000 persone, aiutata anche dal testimonial di eccezione: Valeria Golino, protagonista del provocatorio video di lancio. «Volevamo che la donna del nostro video fosse magnetica e potente. – afferma Chiara Campione – Quando ci siamo immaginati una donna adulta che fosse in grado di interpretare Madre Terra che si “ribella” e ripulisce dall’inquinamento e dalla deforestazione ci è subito venuta in mente lei e quando glielo abbiamo proposto c’è stata una totale condivisione dell’idea creativa e grandissimo entusiasmo e volontà nel farsi voce del messaggio».

Elisabetta Baronio

 

A cura di ETicaNews